"Chi andrà in pensione con quota 100 non subirà alcuna penalizzazione": è quanto afferma il Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon (Lega) per segnalare le ultime ipotesi su cui starebbe lavorando il Governo giallo - verde in merito alla nuova opzione di flessibilità previdenziale da inserire nella Legge di bilancio 2019. Si tratta di una sottolineatura importante visto che finora si sono moltiplicate le ipotesi di taglio al fine di rendere sostenibili le misure. Lo scenario iniziale prevedeva infatti nelle scorse settimane l'applicazione di un ricalcolo contributivo parziale sulla storia contributiva a partire dal 1996 (uno scenario che avrebbe comportato riduzioni anche a doppia cifra).

Negli ultimi giorni si era invece passati all'ipotesi di applicare una trattenuta fissa dell'1,5% l'anno rispetto all'uscita di vecchiaia, per un massimo di circa il 7,5%. Ora anche queste ultime due ipotesi sembrano destinate a risultare scartate, in favore di un sistema che non prevede l'applicazione di tagli, ma solo di un vincolo fisso nel parametro contributivo.

Uscite flessibili e LdB 2019: si punta a riavviare il turn over tra anziani e giovani

La nuova presa di posizione leghista prevede di sgravare totalmente i lavoratori che dovessero decidere di imboccare l'uscita anticipata con l'obiettivo di favorire il turn over nei luogo di lavoro. Un'eventualità che potrà trovare sicuramente terreno fertile perlomeno nella pubblica amministrazione, dove sono previste quiescenze per almeno 150000 persone l'anno.

Nel privato si tratterà di vedere come gestiranno le uscite i datori di lavoro, anche se la convenienza potrà essere garantita dal fatto che un giovane presenta un costo del lavoro inferiore rispetto al pensionando.

I criteri anagrafici e contributivi per la nuova quota 100

In merito alla nuova opzione di quiescenza agevolata in corso di approvazione, nelle scorse ore ha preso consistenza la possibilità che venga garantito il pensionamento a partire dai 62 anni di età, purché si abbiano contributi a sufficienza per raggiungere la quota 100 (serviranno quindi almeno 38 anni di versamenti).

Il vincolo contributivo resterebbe però fisso anche con un'età maggiore, quindi a partire da questo parametro resta valida ogni altra opzione con età superiore, ad esempio 63, 64 o 65 anni di età e 38 anni di versamenti fino all'età ordinaria di quiescenza (67 anni a partire dal 2019). Questi parametri dovrebbero comunque garantire la possibilità a molte persone di ottenere l'agognato pensionamento visto che le ultime stime parlano di una platea potenziale di circa 400mila persone l'anno mentre i costi sono stimati attorno agli 8-10 miliardi di euro.