Niente pacchetto Pensioni nella legge di Bilancio, ma nonostante gli scettici, la quota 100 sarà comunque una novità in vigore nel 2019. Infatti pur senza l’apparato tecnico della misura, la legge di Bilancio ha al suo interno una cifra destinata al capitolo previdenziale, cioè a quota 100 ma anche alla sempre più probabile estensione di opzione donna. I soldi stanziati restano i 6,7 miliardi di cui tanto si è parlato e questa cifra secondo le stime dell’esecutivo è addirittura superiore a quello che servirà per finanziare le nuove prestazioni previdenziali erogate ai neo pensionati.

In pratica, tutto ok per la quota 100, che nascerà con un decreto ad hoc che probabilmente, secondo le ultime indiscrezioni, uscirà intorno a Natale. Qualche dubbio però sul meccanismo esiste ancora, anche se finestre, paletti e platea di beneficiari sembrano ormai certe.

Numeri inferiori alle attese

Come dicevamo e come riporta un eloquente articolo del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, per il pacchetto pensioni la legge di Bilancio prevede 6,7 miliardi. Secondo le stime, sarebbero 360mila i soggetti interessati alla quota 100 già nel 2019, dei quali 120mila solo tra i lavoratori statali. Stando a questi numeri, secondo l’articolo del quotidiano, i 6,7 miliardi verrebbero tutti erosi dalla misura, che quindi appare sostenibile.

Questo a maggior ragione se come pensano i rappresentanti del governo, la platea dei beneficiari va ridotta di un buon 25% rispetto alle stime originarie. Essendo misura opzionale, cioè misura che il lavoratore è libero di scegliere o meno per lasciare il lavoro, non tutti i potenziali destinatari opteranno per la pensione anticipata con quota 100.

Il minor gettito di contributi versati, al quale va aggiunto un coefficiente di trasformazione dei contributi in pensione, inevitabilmente penalizzante per chi lascia il lavoro prima del previsto, rendono l’assegno previdenziale con la quota 100, più basso di quello effettivamente spettante per i lavoratori. Un deterrente che secondo l’esecutivo, porterà massimo a 250mila neo pensionati con la quota 100.

Significa una spesa intorno ai 5 miliardi che lascerebbero in campo quasi 2 miliardi dei 6,7 stanziati, da utilizzare per altre finalità previdenziali, tra i quali opzione donna, pensione e reddito di cittadinanza e così via.

La misura nel dettaglio

La scelta dell’esecutivo quindi è un decreto collegato alla manovra, così sarà varata la quota 100. La data di uscita è ancora vaga, anche se da fonti vicine al dossier pensioni sembra che tutto sarà fatto per Natale. La misura infatti è pronta, con i due vincoli fissi che saranno l’età di 62 anni e la soglia di contribuzione versata a 38 anni. In pratica, nascerà la quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi. Solo questa combinazione sarà quella che produrrà le uscite con la quota 100 pura.

Il vincolo contributivo infatti prevede che i 38 anni di versamenti debbano essere completati anche da chi ha 63, 64, 65 o 66 anni. Per questi impossibile parlare di quota 100, perché si accederà alle pensioni con quota 101, 102 e così via dicendo. Inoltre, la misura nascerà con finestre, con la prima che presumibilmente sarà ad aprile 2019, ma solo per chi ha chiuso il doppio requisito anagrafico-contributivo nel 2018. Poi si tratterà di finestre trimestrali, tranne che per i lavoratori statali che avranno due sole finestre di uscita, cioè ogni 6 mesi. Nel comparto scuola poi, dove c'è da fare i conti con l'anno scolastico più che con l'anno solare, la finestra di uscita potrebbe essere unica, ogni 12 mesi.