"Il reddito di cittadinanza? Ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti dopo che il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio ha annunciato di voler intervenire con due decreti di legge sulle due misure in campo previdenziale già entro il mese prossimo.

Quota 100 e reddito di cittadinanza con due decreti specifici

La Legge di Stabilità che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2019 non conterrà il meccanismo della Quota 100 e il reddito di cittadinanza più volte sbandierato dal Movimento 5 Stelle.

Come affermato anche su "Il Sole 24 Ore", i due provvedimenti saranno contenuti in due decreti di legge specifici mentre nella nuova manovra finanziaria saranno indicate solo le risorse economiche da utilizzare per finanziare le misure.

Giorgetti: 'i decreti avranno complicazioni attuative'

Ancora scintille fra il sottosegretario Giorgetti e il vicepremier del Movimento 5 Stelle Di Maio scaturite dal fatto che, nonostante il grillino abbia annunciato di non voler perdere tempo e di far partire le misure già nei primi mesi del 2019, il deputato della Lega avrebbe criticato la futura emanazione dei decreti legge che potrebbero comportare delle complicazioni non indifferenti. Critiche che si sono state placate dall'intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Questa riforma del reddito di cittadinanza partirà l'anno prossimo.

Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso", ha spiegato il Premier aggiungendo che i tecnici di Palazzo Chigi sono ancora al lavoro su tutti i dettagli al fine di arrivare ad una misura fatta bene che potrà essere utilizzata subito a partire dal prossimo anno.

Anche il deputato pentastellato Riccardo Fraccaro ha preferito dire la sua, spiegando che le complicazioni nascono da tutti coloro che provano a dubitare sui punti-chiave inseriti nel contratto di Governo stipulato fra Lega e Movimento 5 Stelle. Intanto, sempre secondo quanto riferito dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", il ministro del Lavoro avrebbe rassicurato anche sul taglio delle cosiddette Pensioni d'oro oltre a garantire più risorse economiche per la scuola, per l'università e per la ricerca, e tagli all'editoria. Nei piani dei grillini, anche il taglio dell'80% dei trasferimenti per gli enti che non tagliano i vitalizi di ex cariche politiche.