Sembra che governo e Commissione Europea abbiano tracciato la strada giusta per un probabile accordo sulla manovra di Bilancio. Il governo pare intenzionato ad assecondare i diktat europei, portando al 2,04 il deficit della manovra, che poi è stato il pomo della discordia tra vertici europei ed esecutivo. Se davvero Bruxelles darà il via libera alla manovra, nulla ostacolerà più la nascita delle novità previdenziali che da tempo il governo Conte ha predisposto. Quota 100 e opzione donna saranno attive dal prossimo anno e si tratta di altre due opzioni offerte ai lavoratori per andare in pensione.

Le due misure ormai appaiono ben definite, con requisiti, paletti e norme ormai chiare a tutti. L’impatto delle due novità però, come ricorda un articolo del Sole 24 Ore, non saranno identiche per la generalità dei lavoratori. Anche opzione donna e quota 100 nella Scuola e per i lavoratori di questo particolare comparto della Pubblica Amministrazione, dovranno fare i conti con una disciplina speciale. Ecco come potranno accedere alla pensione insegnanti e personale amministrativo e tecnico della scuola nel 2019 con vecchie e nuove misure.

Le due novità in sintesi

Quota 100 è la misura che prevede la pensione anticipata senza penalizzazioni strutturali per chi ha almeno 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi versati.

La misura in linea generale prevede la decorrenza della pensione con il meccanismo delle finestre. Nel lavoro privato finestre trimestrali, mentre nel pubblico impiego finestre semestrali. Opzione donna invece è misura già sperimentata in passato che per il 2019 prevede l’età di uscita a 58 anni. Per lo scivolo anticipato offerto da questa pensione contributiva per le donne, necessari almeno 35 anni di contributi.

La pensione in regime di opzione donna è calcolata con il penalizzante metodo contributivo.

Disciplina speciale scuola

L’avvio delle due novità, come sottolinea il Sole 24 Ore, avrà un effetto differenziato per il personale della scuola. Come per tutte le misure previdenziali, nella scuola c’è da fare i conti con il calendario scolastico e non con il calendario solare.

In linea generale, chi raggiunge i requisiti per le Pensioni, anche quelli relativi a opzione donna e quota 100 potrà lasciare il lavoro il prossimo settembre. Questo purché i requisiti siano maturati entro il 31 marzo 2019. Per lavoratori che raggiungono i requisiti dopo tale data, la pensione scatterà a settembre dell’anno successivo, cioè nel 2020. Per quanto riguarda le istanze di pensionamento, la data di scadenza è sempre quella del 31 marzo di ogni anno. La novità è che per quanto concerne gli insegnanti che si trovano nella situazione di andare a chiudere i requisiti di accesso per qualsiasi prestazione pensionistica oggi vigente o in arrivo, solo dopo il prossimo 31 marzo, l’anno in più di lavoro potrebbe essere svolto con mansioni diverse.

Infatti sembra che nei casi di pensione con un anno di ritardo per via della data di chiusura dei requisiti, gli insegnanti potrebbero essere spostati per 12 mesi al servizio amministrativo. Una soluzione trovata per garantire la continuità didattica per gli alunni, con gli Istituti che provvederebbero a sostituire fin da subito gli insegnanti in procinto di pensionarsi, con quelli nuovi.