Una importante novità per il riscatto degli anni di laurea è inclusa nella riforma pensioni che dovrebbe portare all’introduzione della Quota 100. Come è noto, infatti, gli anni del percorso di studio universitario possono attualmente essere riscattati versando all’Inps i corrispondenti contributi, anticipando in questo modo il raggiungimento dei requisiti pensionistici. L’idea allo studio del Governo, invece, è quella di rendere il riscatto degli anni di laurea flessibile in modo da incentivare il ricorso a questa possibilità altrimenti molto onerosa.

Riscatto laurea flessibile ma non per tutti: come dovrebbe funzionare

Accantonate le potesi circolate nei mesi scorsi circa il riscatto gratuito della laurea, secondo quanto previsto dalla riforma delle Pensioni in via di definizione, potrebbe essere concessa la possibilità di riscattare gli anni di studio versando all’Inps solo una parte dei contributi necessari, per questo il riscatto viene definito “flessibile”, accettando una riduzione proporzionata dell’assegno.

L’intenzione alla base di questa innovazione contenuta nella riforma pensioni sarebbe quella di incentivare il riscorso al riscatto della laurea da parte di quei lavoratori che potrebbero, in questo modo, raggiungere anticipatamente l’obiettivo dei 38 anni di contributi necessari al raggiungimento della pensione anticipata con i requisiti della Quota 100.

Attualmente, infatti, il riscatto della laurea risulta essere piuttosto oneroso in quanto, secondo un esempio riportato dal Corriere della Sera, una donna di 40 anni con 11 anni di contributi Inps e un reddito annuo di 36mila euro lordi, per andare in pensione anticipatamente dovrebbe versare all’Istituto circa 65mila euro, l’equivalente di due anni di stipendio.

Un calcolo che porta molti lavoratori a rinunciare a questa possibilità. Con l’introduzione della flessibilità del riscatto, il lavoratore potrà decidere quanto versare per gli anni di studio accettando, nel caso in cui decida di versare poco, una riduzione della pensione ma guadagnando, comunque, quattro o cinque anni verso il traguardo pensionistico.

A poter usufruire del riscatto flessibile sarebbero, però, solo coloro che hanno cominciato a lavorare nel 1996, vale a dire colore che avranno l’assegno pensionistico calcolato esclusivamente con il metodo contributivo e, quindi, più basso rispetto ai lavoratori che godranno ancora del sistema misto. Il maggiore costo per le casse dell’Inps sarebbe così rimandato ad anni successivi.

Chi può chiedere il riscatto degli anni di laurea

A beneficio di quanti potrebbero essere interessati al riscatto degli anni di laurea, ricordiamo che questa possibilità è riservata a tutti i lavoratori che non hanno versato contributi durante gli anni di studio per il conseguimento della laurea. Gli anni che possono essere riscattati sono solo quelli previsti dal piano di studio, e non quelli della durata effettiva dei diplomi universitari, dei corsi di specializzazione e dei dottorati di ricerca a condizione, ovviamente, che il titolo di studio sia stato effettivamente conseguito.

L’importo da versare per il riscatto può essere calcolato sul portale dell’Inps al momento dell’invio della domanda e può variare in base al reddito percepito dal lavoratore al momento della richiesta e all’ipotesi di pensione. Il versamento di quanto dovuto può avvenire in un’unica soluzione o in modo frazionato fino a 120 rate.