Ha sì introdotto la Quota 100 per le Pensioni anticipate a 62 anni con 38 anni di contributi e prorogato la formula Opzione donna, ma il decreto carato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, in cui è incluso anche il reddito di cittadinanza, non ha cambiato in alcun modo quelle che sono le caratteristiche della pensione di vecchiaia così come disciplinata dalla tanto contestata legge Fornero e la pensione di vecchiaia sarà sempre più lontana. Secondo quanto prevede la riforma delle pensioni varata nel 2011 dal Governo Monti con il sostegno della maggioranza di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia, sono due le possibilità di accesso alle pensioni di vecchiaia nelle gestioni Inps.

Pensioni di vecchiaia, i requisiti richiesti dalla legge Fornero ancora in vigore

Il primo percorso, che tutti gli assicurati possono percorrere, è quello che prevede sia dei requisiti anagrafici che contributivi, come spiega Il Sole 24 Ore. Il requisito anagrafico, pari a 67 anni fino al 2020 e uguale per uomini e donne, è adeguato alle aspettative del vita aggiornate ogni due anni dall’Istat e causano dunque un progressivo allontanamento dell’accesso al trattamento previdenziale. Il secondo requisito richiesto dalla legge Fornero per le pensioni di vecchiaia, quello contributivo, è pari invece a 20 anni di anzianità contributiva; è possibile tuttavia il cumulo con la contribuzione figurativa legata alla Naspi (indennità di disoccupazione), con gli accrediti del servizio militare e con il riscatto degli anni di laurea.

Il decreto su Quota 100 non ha modificato in alcun modo la riforma Fornero

Oltre a queste pensioni di vecchiaia “ordinarie” la riforma Fornero prevede pure una soluzione alternativa in cui il requisito anagrafico, anche in questo caso da adeguare all’aspettativa di vita, è più alto: è infatti pari a 71 anni a partire da quest’anno e fino all’anno prossimo.

Ma il requisito contributivo richiesto, in questo caso, è notevolmente più basso, infatti per questa soluzione previdenziale sono richiesti appena cinque anni di contributi effettivi. Questa formula particolare per l’accesso al trattamento pensionistico è comunque riservata ai lavoratori i cui primi accrediti contributivi decorrono soltanto a cominciare dal primo gennaio del 1996 nella gestione previdenziale di riferimento.

Dunque per le pensioni di vecchiaia assegni sempre più lontani, non tutti potranno richiedere Quota 100 visto che la misura venuta fuori prevede dei paletti (62+38) e quindi non è liberamente modulabile come originariamente proposta dalla Lega di Matteo Salvini e del Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio.