Il maxi decreto unico su Quota 100 e reddito di cittadinanza è già stato firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e adesso si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e il successivo avvio dell'iter parlamentare per la conversione in legge che dovrebbe iniziare in Senato.

Uscite ad aprile per i privati

Nelle prossime ore, infatti, il cosiddetto decretone dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed entro 60 giorni dovrà diventare legge per dare operatività alle misure in materia previdenziale. Ad aprile, moti lavoratori potranno iniziare a presentare istanza per l'accesso al pensionamento anticipato con il meccanismo della Quota 100 ricordando che, per i lavoratori appartenenti del settore privato sono previste le finestre mobili trimestrali la prima delle quali si aprirà proprio ad aprile: i dipendenti della Pubblica Amministrazione, invece, dovranno aspettare la data del primo agosto al fine di garantire la continuità amministrativa nella PA.

Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Sole 24 Ore", il sistema della Quota 100 prevede l'uscita dall'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi; si tratta, tuttavia, di una scelta e pertanto, non tutti saranno costretti ad uscire con il meccanismo delle quote. Difatti, anticipando l'uscita, si potrebbe andare incontro ad un assegno più basso della misura del 25 % visto che i requisiti verrebbero anticipati di cinque anni rispetto alle norme dettate dalla Riforma Fornero.

Uscita con 'scivolo' ma costa caro per le aziende

Inoltre, come stabilisce il cosiddetto decretone, è prevista la possibilità di usufruire di un ulteriore scivoli di tre anni: il lavoratore potrà richiedere il pensionamento anticipato a partire dai 59 anni di età anagrafica previo accordi con il datore di lavoro che, invece, si dovrà occupare di colmare i vuoti contributivi mancanti per il raggiungimento dei requisiti previsti dalla Quota 100 attraverso un contributo straordinario (il cosiddetto fondo bilaterale) che andrà a a coprire l'intero assegno previdenziale del lavoratore.

Tuttavia, i contributi sono legati agli anni di uscita e si dovranno essere sostenute anche le spese derivanti dalla gestione Inps; gli oneri a carico dell'azienda, infatti, potranno rivelarsi decisamente alti e di conseguenza, potrebbero disincentivare l'utilizzo di questo strumento.