Il presidente dell’Inps Tito Boeri si è duramente scagliato contro due delle misure più importanti della legge di Bilancio 2019, ovvero le Pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza, cavalli di battaglia della Lega di Matteo Salvini e del Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio. Secondo Tito Boeri le risorse economiche stanziate per queste due misure simbolo che vedranno la luce nei prossimi giorni con un apposito decreto attualmente all’esame di Palazzo Chigi sono insufficienti a coprire le spese per mandare in pensione anticipata potenzialmente 500mila persone e dare il reddito di cittadinanza a 5 milioni di cittadini.

Pensioni, per Boeri Quota 100 alimenterà il lavoro nero

“I soldi previsti – ha detto il presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale - non basteranno”. All’Inps devono ancora fare i calcoli con precisione alla luce di quello che sarà il decreto definitivo, ma secondo l’economista bocconiano chiamato anni fa alla presidenza dell’Istituto previdenziale dal Governo Renzi si corre già ora, secondo le notizie emerse dalla bozza del decreto, “il rischio di non rispettare il tetto di spesa”. Sono destinate ad aumentare, secondo Boeri, anche le tasse. Secondo il presidente dell’Inps, che ritiene “sbagliatissimo” il divieto di cumulo, la sperimentazione per tre anni della Quota 100 finirà col favorire i prepensionamenti in particolare nel settore privato.

Tutto questo “finirà – secondo Boeri - per alimentare il lavoro nero”. Alla luce di questa situazione Boeri spiega che l’Inps sarà in qualche modo costretta a inviare gli ispettori per verificare se vengono versati o meno i contributi previdenziali.

Il presidente Inps ‘boccia’ anche il Reddito di cittadinanza

Il presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale “boccia” anche il Reddito di cittadinanza: "Va contro le famiglie”, ha detto in un’intervista a La Stampa. “Un single con reddito zero – ha spiegato - può aspirare a 9.360 euro all'anno. I lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma – ha sottolineato - sono il 43 per cento”. Essendo questa la situazione di partenza, secondo Boeri al Sud un giovane su due si troverà a dover scegliere su due alternative: licenziarsi per prendere il reddito di cittadinanza o accettare lavori in nero pur di non perdere il sussidio. Una situazione che avrebbe del paradossale certo ma che stando alle valutazioni dell'ex docente della Bocconi non sarebbe per nulla lontana dal verificarsi.