Il confronto tra Governo e organizzazioni sindacali è proseguito nella giornata di oggi con un nuovo incontro tenutosi presso il ministero del Lavoro. Per l'occasione era presente anche la Confsal, ovvero la Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori. A riferire la propria posizione dopo il nuovo vertice è stato in particolare il vice segretario generale Bruno Mariani, accompagnato nella delegazione da Vincenzo Di Biase e Alfredo Mancini. Tra le questioni sollevate dai rappresentanti dei lavoratori si evidenzia la necessità di rendere permanenti i provvedimenti di flessibilità previsti con il cosiddetto "decretone", disponibili attualmente in senso sperimentale.
Pensioni flessibili, per la Confsal essenziale rendere strutturale l'OD e l'Ape sociale
Stante la situazione appena evidenziata, tra le richieste avanzate dalla Confsal si evidenzia la necessità di rendere immediatamente disponibile il TFR dei lavoratori, così come di trasformare in senso strutturale l'accesso all'Inps tramite l'opzione donna e l'Ape sociale. Allo stesso tempo, si chiede di prevedere delle finestre di accesso flessibile all'Inps per chi ha svolto attività gravose. Ricordiamo che l'Ape sociale è stata prorogata dal Governo per il 2019, consentendo l'accesso flessibile alla pensione per tutti i lavoratori in stato di disagio individuati dal legislatore e con almeno 63 anni di età e 30-36 anni di contribuzione (a seconda della specifica situazione).
La proroga dell'opzione donna prevede invece la possibilità di ottenere il prepensionamento a partire dai 58 anni di età (59 se autonome) e 35 anni di contribuzione, purché raggiunti entro il 31 dicembre del 2018 e accettando il ricalcolo contributivo dell'assegno. Le parti sociali chiedono quindi di rendere strutturali i provvedimenti.
Per i sindacalisti serve ancora riscrivere la legge Fornero
Infine, le considerazioni generali dei sindacalisti della Confsal sulla riforma delle Pensioni avviata dal Governo evidenziano in modo positivo i passi in avanti fatti con la quota 100, ma suggeriscono allo stesso tempo di proseguire l'intervento correttivo già avviato con l'obiettivo di completarlo.
In particolare, per le parti sociali "serve mettere mano a un'ampia riforma del sistema pensionistico" intervenendo sui parametri di conversione in rendita (un'azione ritenuta fondamentale per ripristinare l'equità nel settore), oltre che "migliorando i requisiti di accesso alla pensione per le nuove generazioni".