Dal 6 marzo sarà possibile iniziare a presentare le domande per il reddito di cittadinanza, tramite Caf, tramite Poste Italiane o utilizzando il nuovo sito dedicato alla misura che è stato messo in rete ieri 4 febbraio. Il portale fino al 6 marzo sarà solo un sito di informazione per poi diventare strumento operativo per la presentazione delle istanze. Naturalmente per utilizzare il canale telematico sarà necessario dotarsi dello Spid, il sistema di identità digitale che permette l’accesso ai più svariati strumenti della Pubblica Amministrazione rivolti ai cittadini.

Sul sito si spiegano nel dettaglio i requisiti di acceso alla misura, le modalità di erogazione del sussidio, come spendere i soldi, ma anche i vantaggi dello strumento per le aziende che decideranno di assumere soggetti provenienti dal programma reddito di cittadinanza.

Necessario l’Isee

Come per le più varie misure assistenziali oggi in vigore, anche per il nuovo reddito di cittadinanza sarà necessario dotarsi di una certificazione Isee in corso di validità. Sul sito viene rimarcata la soglia di 9.320 euro come quella massima da non superare per rientrare tra i possibili fruitori del sussidio. Bisognerà inoltre possedere un patrimonio immobiliare, senza considerare il valore della prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro.

In pratica, case, terreni e fabbricati in genere, intestati al catasto a qualsiasi componente il nucleo familiare del richiedente, di valore totale pari o inferiore a 30.000 euro. Per il patrimonio mobiliare, quello relativo a soldi in banca a qualsiasi titolo detenuti, soglia massima di 6.000 euro aumentata di 2.000 euro per ogni componente aggiuntivo entro il tetto massimo di 10.000 euro.

Limite che può salire di 1.000 euro per ogni figlio a carico successivo al primo e di 5.000 euro per ogni figlio a carico invalido.

Come si calcola il RDC

Secondo il sito, il benefit appannaggio dei soggetti a cui saranno accettate le domande si compone di due parti, una strettamente reddituale, cioè che va ad integrare il reddito del nucleo familiare fino alla soglia massima di 6.000 euro ed una destinata a soggetti che hanno la prima abitazione detenuta con contratto di locazione.

La parte di reddito di cittadinanza relativa alla copertura dell’affitto della casa dove abita la famiglia del beneficiario può arrivare massimo a 3.360 euro. Per chi ha casa di proprietà, ma sta ancora pagando il mutuo per il suo acquisto, prevista una integrazione fino a 1.800 euro. In pratica, un soggetto con casa in affitto e che rispecchi tutte le altre condizioni utili alla fruizione del sussidio arriverà a percepire 780 euro al mese.

Come si usa la card

Il beneficiario del reddito di cittadinanza lo percepirà per 18 mesi, salvo che prima della scadenza accetti una delle proposte lavorative che i centri per l’impiego offriranno. In questo caso, la parte economica del sussidio che naturalmente non verrà più erogata ad un soggetto che ha trovato lavoro, verrà girata all’azienda che assume questo individuo, sotto forma di sgravi contributivi o fiscali.

Il tutto per confermare le intenzioni iniziali del progetto reddito di cittadinanza, riportate anche nella pagina iniziale del sito che è quello di rendere più facile l’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro. Uno strumento assistenzialistico ma anche di politica attiva del lavoro.

Ci sarà poco meno di un mese per presentare domanda, cioè dal 6 al 31 marzo prossimo. Ad aprile, l’Inps inizierà a verificare le domande per assegnare il sussidio. A domanda accolta l’Inps comunicherà il positivo esito al richiedente ed alle Poste Italiane che provvederanno a contattare il beneficiario per erogare materialmente la tessera magnetica anonima sulla quale saranno caricati i soldi. Il tutto entro un mese dalla data di presentazione della richiesta.

Con la tessera potranno essere prelevati in contanti 100 euro per un single, mentre gli altri soldi dovranno essere spesi per gli acquisiti di generi di primaria necessità. Prelievo in contanti che per le famiglie sarà di massimo 210 euro al mese. I soldi non spesi vengono sottratti dalle erogazioni dei mesi successivi.