Il famigerato meccanismo della Quota 100 è in vigore da pochi giorni ed è stato subito un successo visto il gran numero di domande presentati agli sportelli Inps da parte di tutti quei lavoratori che hanno raggiunto i requisiti dei 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi. Il primo passo per superare la tanto odiata Riforma Fornero è stato compiuto e il nuovo esecutivo giallo-verde starebbe puntando ad una misura che possa archiviare in via definitiva la precedente legge pensionistica.

L'obiettivo finale è Quota 41

Si tratta del sistema di uscita anticipata con Quota 41 che verrebbe esteso a tutti i lavoratori che hanno maturato almeno 41 anni di anzianità contributiva: come ormai noto, infatti, la misura previdenziale contenuta nel maxi decreto, resterà in vigore in via sperimentale solo per tre anni. Come anticipato da "Money", il Governo giallo-verde sta iniziando già a valutare l'ipotesi di introduzione della Quota 41 estesa a tutti i lavoratori, una misura che come la Quota 100 è contenuta nel contratto di governo stipulato fra Lega e Movimento 5 Stelle.

Accordo trovato su Quota 41 ma non sui tempi

Tuttavia, la Quota 41 doveva essere attuata già quest'anno ma vista l'insostenibilità dell'intervento dal punto di vista finanziario, l'esecutivo conta di intervenire nel 2020 dopo la scadenza della Quota 100 che, come ormai noto a tutti, è una misura in via sperimentale solo per un triennio.

Circa 3,4 miliardi di euro sono le risorse messe a disposizione dall'esecutivo per finanziare Quota 100, un costo che sommato alla Quota 41 avrebbe superato i 10 miliardi.

Ci sarebbe una larga intesa, infatti, sulla Quota 41 che molto probabilmente non arriverà prima dei tre anni. Sorgono contrarietà, invece, sui tempi di approvazione della misura: quelli indicati dallo stesso Salvini, sono ben distinti da quelli ipotizzati dal vicepremier del Movimento 5 Stelle.

Da non dimenticare, che il Governo dovrà occuparsi di limitare la spesa per estendere la Quota 41 a tutti i lavoratori visto che a partire dal 2022 la penalizzazione sull'assegno previdenziale sarà più pesante dovuta al fatto che sempre più lavoratori vedranno calcolata la propria pensione secondo il metodo contributivo.

Intanto, si registra un alto numero di domande presentate per usufruire della Quota 100 soprattutto in Sicilia: Palermo, infatti, conta circa 747 domande di prepensionamento e si trova in testa alla classifica mentre a livello nazionale le istanze hanno superato quota 22 mila.