Da mesi, l’assunzione dei futuri navigator è un argomento che fa discutere. Questa nuova figura professionale, come previsto dal D.L. 28 gennaio 2019 n. 4 che istituisce e disciplina il reddito di cittadinanza, sarà il tutor dei destinatari del sussidio stesso. Una figura di riferimento per gli adempimenti amministrativi e per la definizione del percorso di reinserimento lavorativo dei cittadini che presenteranno domanda. Il Lavoro da svolgere sarà complesso e pertanto gli aspiranti navigator dovranno essere selezionati in modo mirato.

Che cosa devono superare gli aspiranti navigator

La prova selettiva sarà un test a risposta multipla. Si stima che saranno 60.000 i probabili candidati che dovranno scegliere tra quattro risposte, l’unica inequivocabilmente corretta. I quesiti cui rispondere saranno cento. Gli argomenti saranno ugualmente distribuiti tra: cultura generale, test psicoattitudinali, logica, informatica, politica attiva del lavoro, reddito di cittadinanza, contratti di lavoro, istruzione e formazione, mercato del lavoro, economia aziendale. Requisito d’accesso alla prova è il possesso di laurea quinquennale in giurisprudenza, economia, scienze politiche, psicologia e scienze della formazione che più correttamente dovrebbe essere definita scienze dell’educazione.

Nell’attuale ordinamento universitario italiano, esiste il corso di laurea in scienze della formazione primaria, per l’insegnamento nelle scuole materne ed elementari e il corso di laurea in scienze dell’educazione. L’APEI l’associazione maggiormente rappresentativa dei pedagogisti e educatori italiani ha già segnalato al ministro del lavoro che la classe di laurea per accedere alla prova selettiva dovrebbe essere modificata in tal senso.

Che cosa devono sapere gli aspiranti navigator

Per prepararsi a superare l'esame, una formazione E-learning gratuita permette di gestire, in modo ottimale, tempo, denaro e preparazione teorica specifica. Per provare basta iscriversi, dal 4 al 10 marzo 2019, sul sito dell’Adapt, al corso MOOC – Teoria e pratica dei servizi al lavoro Navigator 2019.

Immediatamente, si potrà accedere alla piattaforma, dove si trovano video e testi dei docenti, contributi dei partecipanti, ai forum di discussione, inviati anche alle caselle di posta elettronica di tutti gli iscritti. Lo scambio di contenuti e riflessioni è notevole sia per quantità di post pubblicati sia per gli argomenti anche molto specialistici e aggiornati.

L’ADPT è un’associazione senza fini di lucro, fondata nel 2000 da Marco Biagi, per lo sviluppo degli studi sul lavoro. Analizzando il contenuto del decreto legge sul reddito di cittadinanza, i loro esperti di alta formazione hanno sviluppato un percorso formativo modulare fatto di video-lezioni, testi in formato pdf, forum di discussione, esercitazioni pratiche e simulazioni per l’autovalutazione.

Il titolo del corso è MOOC – Teoria e pratica dei servizi al lavoro #Navigator 2019 e gira su una piattaforma Moodle, per l’E-learning. Il percorso dura quattro settimane ed è sostanzialmente una comunità d’apprendimento e di pratica, dove tutti gli iscritti possono contribuire con idee e riflessioni al raggiungimento dell’obiettivo del corso: definire il ruolo e le competenze del navigator, le aree d’intervento, gli strumenti operativi e le conoscenze tecnico-specialistiche del nuovo profilo professionale.

Il corso è diviso in moduli. I primi due sono aperti a tutti gli iscritti. La restante parte del programma, invece, è visibile solo a chi abbia dimostrato interesse e partecipazione nei forum di discussione, abbia approfondito i temi proposti e utilizzato il materiale per l’autovalutazione E’ previsto, quindi, uno sbarramento per accedere al blocco formativo finale.

La terza parte del corso, è visibile, esclusivamente, a chi ha completato le prime due e ne abbia appresi i contenuti.

Gli argomenti del primo modulo riguardano il reddito di cittadinanza e la figura del navigator. Si possono trovare informazioni su cosa sia il reddito di cittadinanza, chi siano i beneficiari, importi erogati e durata del sussidio; adempimenti amministrativi tra cui stesura dei patti per il lavoro e per l’inclusione sociale; definizione di cosa sia l’offerta di lavoro congrua da proporre ai beneficiari del reddito; sanzioni per gli inadempienti; incentivi per le imprese e per i lavoratori; assegno di ricollocazione; compiti, funzioni e requisiti d’accesso per diventare navigator.

Il secondo modulo è, invece, dedicato all’organizzazione e alla disciplina del mercato del lavoro. È analizzato il contesto operativo del reddito di cittadinanza. Gli argomenti trattati riguardano la rete nazionale dei servizi e il sistema informativo per le politiche del lavoro, l’ANPAL; l’organizzazione e l’accreditamento dei servizi per il lavoro; la creazione del fascicolo elettronico del lavoratore e il coordinamento di tutti i sistemi informativi tra cui quello specifico per la formazione professionale e l’albo nazionale degli enti accreditati a svolgerla; politica attiva del lavoro e disoccupazione; patto di servizio personalizzato per ciascun beneficiario; condizioni e livelli delle prestazioni specifiche per i diversi beneficiari di strumenti di sostegno al reddito; assegno di ricollocazione e incentivi all’occupazione; offerta di lavoro congrua.

Il modulo conclusivo è dedicato agli strumenti operativi che il navigator dovrà usare: analisi dei profili professionali e delle relative abilità richieste; analisi dei fabbisogni formativi, bilancio di competenze; stesura di un curriculum vitae efficace.

Il corso terminerà con un’esercitazione finale che prevede la codifica del profilo professionale del navigator cui avrà contribuito l’intera comunità di pratica. La compartecipazione di tutti gli iscritti alla definizione del lavoro, dei compiti, mansioni e competenze del navigator è il filo conduttore dell’intero percorso formativo.

Lavorare nella Pubblica Amministrazione italiana

Il profilo professionale dei navigator non è, ancora, definito, l'inquadramento organizzativo non è chiaro – regioni, strutture governative – l'area di competenza include cinque diversi tipi di studi universitari.

Ai navigator sono richieste competenze specialistiche di giurisprudenza, economia aziendale, psicologia e scienze dell’educazione. Si comincia a parlare di equipe multi - professionale che segua i diversi casi da prospettive differenti. Non sono nemmeno precisate ancora quante persone saranno assunte: 4.500, 6.000, 10.000. Tutto dipenderà dagli accordi firmati tra Stato e Regioni. Contratti di collaborazione a tempo determinato che potranno diventare a tempo indeterminato.

L’unica cosa certa, è il settore in cui i navigator lavoreranno: la pubblica amministrazione. I navigator entreranno in un comparto burocratizzato, complesso e complicato da una molteplicità di leggi, regolamenti, circolari ministeriali.

Un apparato macchinoso e limitante. Un sistema legato a metodi di lavoro che per quanto si cerchi di migliorare, rimane lento, incapace di rispondere alle esigenze effettive dei cittadini e costoso. Quale sarà lo scenario in cui si troveranno a operare queste nuove figure professionali, laureati, molto probabilmente con esperienza? Per il momento, non è ancora certo se questo sarà un requisito necessario per partecipare alla selezione ma molti professionisti o dipendenti di altri settori potrebbero vincerla. Avremo persone, con alta formazione inserite in un lavoro che ha ricevuto un’attenzione mediatica fuori dal comune. Le aspettative del governo, dei media, dei cittadini saranno elevate. Apparentemente saranno formati con corsi specifici, gli verranno forniti strumenti gestionali, organizzativi, informatici adatti al ruolo.

Saranno motivati perché crederanno che il loro contributo possa effettivamente aiutare le persone in difficoltà lavorativa e sociale. Molti di loro riusciranno a creare collegamenti tra domanda e offerta di lavoro, a progettare percorsi formativi calibrati sulle esigenze del singolo cittadino. Riusciranno a trovare il modo di lavorare in un sistema che non li aiuterà perché i paletti, le difficoltà di rete con gli altri enti, con i colleghi anziani, con le aziende, porranno continuamente ostacoli da superare. Saranno operatori che rientrano nelle cosiddette, professioni d’aiuto che basano la loro opera sull’ascolto delle problematiche personali, sociali, sanitarie dell’utente. Contemporaneamente, dovranno essere esperti di giurisprudenza ed economia mantenendo il ruolo di funzionari che fanno rispettare la legge.

La pressione cui saranno sottoposti sarà alta perché risponderanno, in prima persona, alle problematiche di vita di molti italiani. Dovranno essere formati a gestire questo tipo di relazione con empatia, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente. Sull’altro fronte, saranno vincolati dai loro capi che dovranno rispondere ai propri superiori, in una catena gerarchica ininterrotta che arriva fino ai ministeri romani che ragionano con logiche diverse rispetto a chi è in prima linea. Saranno, proprio, le logiche politiche di sistema a prevalere ed è qui che i navigator avranno lo scontro più duro. Quello che potranno fare sarà vincolato da quello che sarà loro consentito, dai capi dei loro capi. Nella pubblica amministrazione anche il miglior progetto di sviluppo può essere bloccato da una circolare ministeriale.

Le motivazioni possono essere diverse ma quella più utilizzata è la valutazione costi-benefici. Se non ci sono più coperture economiche per mantenere il progetto, così com’era stato ipotizzato, lo stesso viene modificato o bloccato. Così, l’operatore, in prima linea, deve comunicare le nuove disposizioni, solitamente penalizzanti, al cittadino. Trovare soluzioni creative ai vincoli di sistema è una strada in salita. Non ci sono manuali operativi e linee guida che aiutino a lavorare nella pubblica amministrazione. Ci sono solo regolamenti e prassi esecutive da applicare. L’unico strumento che un lavoratore pubblico ha a disposizione per riuscire a svolgere pienamente il proprio lavoro è la motivazione interiore a farlo.

"Eran più di mille, eran giovani e forti ma" sono accorti. L’ingresso massiccio nella P.A. di alti profili con motivazione allo sviluppo nazionale, potrebbe creare un’onda d’urto, così forte, da scardinarne le vecchie politiche amministrative, per dare all’Italia un comparto pubblico migliore e più vicino ai suoi cittadini.