Giungono nuove critiche per quanto riguarda il famigerato meccanismo della Quota 100 lanciato dalla Lega e contenuto nel cosiddetto decretone che è ancora in attesa di essere esaminato dal Senato prima della conversione definitiva in legge. Tuttavia, entro il 29 marzo, la partita sulla previdenza dovrebbe chiudersi seppure parzialmente.

Superate le 100 mila domande per Quota 100

Sono circa 101.538 le domande presentate finora presso l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale: circa 20.655 sono le istanze presentate da lavoratori over 65, altre 46.760 sono le richieste avanzate da persone tra i 63 e i 65 anni di età anagrafica mentre altre 34.123 sono le domande pervenute da lavoratori con età inferiore ai 63 anni.

Di questi, circa 19 mila sono le richieste fatte dai lavoratori autonomi, altre 35.780 dagli appartenenti alla gestione pubblica e, infine, circa 35.531 sono le domande presentate dai lavoratori del settore privato.

Solo il 10 % rimpiazzerà i neopensionati

Come ormai noto, l'obiettivo dell'esecutivo giallo-verde consiste nel rendere più flessibile l'uscita dal mondo lavorativo con maggiore riguardo allo sblocco del turnover al fine di dare maggiore spazio alle giovani generazioni. Tuttavia, stando a quanto riporta il quotidiano "Il Corriere della Sera", per constatare se effettivamente quota 100 porterà al ricambio generazionale, occorrerà attendere qualche trimestre. Intanto, l'esperto di previdenza Alberto Brambilla, avrebbe ipotizzato, anche grazie ad una stima elaborata dal Centro Studi e Itinerari, che il costo dell'operazione derivante dalla Quota 100 si aggira tra i 30 e i 33 miliardi di euro e che solo il 10 % verrà rimpiazzato da nuove assunzioni.

Ipotizzando, infatti, circa 300 mila uscite nell'arco del triennio (durata della sperimentazione) con durate medie dai 4, 5 anni e 1 anno mezzo, qualora il sistema della Quota 100 nel 2021 non venga rinnovato, gli effetti finanziari si esauriranno solo nel 2026, ovvero, quando gli ultimi soggetti che hanno richiesto la prestazione hanno raggiunto i 67 anni di età anagrafica.

Quanto alle assunzioni, invece, lo stesso Brambilla ha rammentato che è in previsione un incremento del Pil al di sotto dello 0,4 % e che le aziende cercheranno dei lavoratori che sono difficilmente reinseribili nel nuovo ciclo produttivo o che hanno professionalità obsolete. Tuttavia, si ipotizza un modesto rimpiazzo dei lavoratori che decideranno di lasciare il lavoro a partire dai 62 anni di età.