L'Ocse ancora sul piede di guerra per quanto riguarda l'acceso dibattito sul meccanismo della Quota 100 approvato alcuni giorni fa dal Senato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale assieme al sussidio fortemente voluto dal Movimento 5 stelle, ovvero, il cosiddetto reddito di cittadinanza.
L'Ocse contro Quota 100
L'Organizzazione per cooperazione e lo sviluppo economico, infatti, avrebbe nuovamente bocciato l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica perché dal canto suo non favorisce la crescita soprattutto nel periodo a medio-termine.
Stando a quanto affermato da "La Presse", il segretario generale dell' Ocse Angel Gurrìa, a margine dell'incontro tenutosi presso il ministero dell'Economica e delle Finanze a Roma, ha ribadito la necessità di abrogare l'intervento in materia previdenziale tanto caro alla Lega: "Oggi l'economia italiana è ufficialmente in stallo", ha detto. Presente anche il Ministro dell'Economia Giovanni Tria secondo il quale il famigerato sistema delle quote serve ad affrontare un problema di transizione e per questo motivo è entrata in vigore solo in via sperimentale per un triennio. Sempre secondo lo stesso Tria, infatti, le riforme previdenziali passate hanno determinato il blocco del turn-over nel breve periodo.
Salvini non torna indietro
La risposta del segretario federale della Lega Matteo Salvini, però, non tarda ad arrivare: il leader del Carroccio non sembrerebbe intenzionato a compiere passi indietro su quanto fatto finora dal Governo Conte. "Neanche se viene Padre Pio sulla Terra rimetto la Legge Fornero. Anzi sono orgoglioso che proprio oggi oltre 100mila italiani riconquistano la vita andando in pensione e giovani che iniziano a lavorare", ha spiegato il vicepremier.
D'altro canto, infatti, con l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi andrebbe favorito il cosiddetto ricambio generazionale. Sono circa 109.579 le domande di prepensionamento presentate all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che potrebbero dare vita a nuovi posti di lavoro incrementando l'occupazione soprattutto tra i giovani che fanno sempre più fatica ad entrare nel mondo del lavoro. Intanto, per l'Ocse, anche il reddito di cittadinanza non costituirebbe un ottimo strumento visto che disincentiverebbe l'occupazione e rallenterebbe la crescita economica del Paese.