"Non c'è nessun tesoretto. Anche se Quota 100 non tira, i risparmi non potrebbero comunque essere ricollocati a nuova spesa". A ribadirlo è l'economista Marco Leonardi, professore all'Università degli studi di Milano che in questi giorni si è soffermato sui risparmi generati dalle minori adesioni alla Quota 100 rispetto a quanto preventivato dal Governo Conte.

Oltre 123 mila domande presentate per Quota 100

Come ormai noto, infatti, delle 293 mila uscite previste, il numero di domande di prepensionamento è giunto a 123.976 e lo si evince dai recenti dati diramati nei giorni scorsi dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale: circa 44.471 sono le domande pervenute dai dipendenti del settore privato mentre altre 41.307 sono state presentate dai dipendenti della Pubblica Amministrazione.

La netta minoranza, invece, viene rappresentata dal sesso femminile visto che solo 32.535 sono le richieste avanzate dalle lavoratrici a fronte delle 91.441 domande presentate dagli uomini. Inoltre, come riporta l'agenzia di stampa AGI circa 42.714 sono le richieste presentate da tutti coloro che hanno un'età pari a 63 anni, circa 56.338 sono le istanze dai lavoratori con un'età compresa fra i 63 e i 65 anni e la restante parte, invece, hanno un'età superiore ai 65 anni.

Leonardi: 'nessun tesoretto potrà essere riutilizzato'

Tuttavia, viste le richieste presentate al di sotto delle aspettative dell'esecutivo, si ipotizza la presenza di un tesoretto, ovvero di alcuni risparmi da poter utilizzare per altre misure in campo previdenziale.

Si tratta di circa sette miliardi di euro derivanti dalle minori adesioni a Quota 100. Il Professor Leonardi, invece, continua a sostenere che non esiste nessun tesoretto visto che il meccanismo delle quote resta una misura in via sperimentale per tre anni e quindi, chi non avrà la possibilità di anticipare l'uscita dall'attività lavorativa nell'anno, potrà farlo al momento del raggiungimento dei requisiti che dovrà avvenire comunque entro i tre anni della sperimentazione.

Pertanto, le risorse che non verranno utilizzate nel 2019, dovranno servire a coprire la spesa pensionistica derivante dalle future richieste per Quota 100.

Secondo quanto affermato dallo stesso Leonardi, infatti, potrebbe sfumare l'ipotesi di manovre correttive e la conseguente introduzione della Quota 41 a favore dei lavoratori precoci, della nona misura di salvaguardia per gli esodati e l'ulteriore estensione del regime sperimentazione donna per le lavoratrici nate fra il 1960 ed il 1961.

"Come Opzione Donna si può estendere il beneficio a nuove platee ma non si possono recuperare gli stanziamenti perché chi ha maturato il diritto può sempre esercitarlo e quindi la copertura va mantenuta", ha concluso.