Il contratto dei lavoratori statali è scaduto il 31 dicembre 2018. Tutti hanno nella memoria la lunga piattaforma di rinnovo successiva al blocco Fornero ed alla sentenza della Consulta che portò al nuovo contratto 2016-2018 con aumenti di stipendio da 85 euro lordi. Da dicembre però c’è un vuoto contrattuale che ad aprile 2019 ha prodotto l’applicazione dell’indennità di vacanza a tutti i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni. Il Documento di Economia e Finanze appena licenziato dal Governo presenta tracce di una apertura delle trattative per l’atteso rinnovo del Contratto Collettivo.

Tra le righe del Def infatti ci solo le cifre che il governo avrebbe in mente di destinare nella prossima manovra finanziaria proprio al nuovo contratto dei lavoratori statali che probabilmente sarà rinnovato nel 2020.

Cosa potrebbe accadere nel 2020

Nel secondo atto più importante del governo dopo la legge di Bilancio, cioè nel Def, vengono svelati gli obiettivi di politica economica e i programmi dello Stato ed a pagina 31 si parla di pubblico impiego, con l’esecutivo che in pratica ipotizza un accordo per il rinnovo del contratto per gli anni 2019-2021. Le cifre stanziate nell’ultima legge di bilancio vengono confermate nella nota di aggiornamento del Def e pertanto non dovrebbero esserci nuove dotazioni in aggiunta a quelle già messe nel piatto con la legge di Bilancio 2019.

Sulle cifre però già a gennaio ci furono dure prese di posizione da parte dei sindacati che le ritenevano piuttosto basse e quindi l’ipotesi di un accordo senza strascichi appare alquanto improbabile. Infatti stando ai soldi disponibili, gli aumenti di stipendio potrebbero essere addirittura più bassi di quelli che furono concessi per il rinnovo 2016-2018, quello successivo agli anni di blocco voluto dalla Fornero e dichiarato incostituzionale dalla Consulta.

Le vere cifre di aumento in arrivo l’anno venturo

Nel def hanno fatto capolino le voci di spesa per i lavoratori pubblici relative alla vacanza contrattuale ed al mantenimento dell’elemento di perequazione inserito già nel vecchio documento.

La restante parte dei soldi stanziati è stata spostata al 2020, da qui la convinzione che nel 2020 si dovrebbe arrivare a conclusione. La spesa che si stima di avere per le retribuzioni dei lavoratori statali che per il 2019 è pari a 172.594 euro, salirà nel 2020 a 174.018 euro. Per gli anni successivi, quelli di validità del futuro contratto si sale a 173.751 e 174.859 euro rispettivamente per 2021 e 2022, quando si valuta di corrispondere ai lavoratori una anticipazione contrattuale del successivo rinnovo 2022-2024. In pratica in base alle cifre stanziate, si arriverebbe ad aumenti tabellari per ciascun lavoratore dell’1,3% medio per il 2019, dell’1,65% medio per il 2020 e dellì1,95% per il 2021. I pratica aumenti massimi al di sotto del 2%, cioè meno di quanto si concesse per il triennio precedente che portò aumenti medi di oltre il 3,5% ai lavoratori.