La misura di contrasto alla povertà del governo Conte è senza dubbio uno degli argomenti più discussi del 2019. Ormai, il reddito di cittadinanza è stato lanciato ed è arrivato già al secondo mese di fruizione per i beneficiari che hanno presentato domanda a marzo. La misura però presenta ancora numerose criticità e problematiche che riempiono i notiziari e le pagine dei quotidiani. Da Nord a Sud continuano le operazioni dell’Ispettorato del lavoro, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri che scovano persone che pur ricevendo il sussidio continuano a lavorare in nero o che nascondono informazioni che avrebbero importanza in sede di concessione e liquidazione del beneficio.

Dopo numerosi interventi in Sicilia, Puglia e in generale, nel Mezzogiorno, stavolta è la Liguria e precisamente La Spezia la sede di un intervento dell’Ispettorato che ha scovato un lavoratore in nero che allo stesso tempo incassa il reddito di cittadinanza, come ne dà notizia il quotidiano “il Secolo XIX”.

Le criticità della misura non si fermano solo alla lotta contro i furbetti del reddito di cittadinanza, perché c’è chi contesta l’intero apparato normativo della misura e le discriminazioni che la stessa presenta nei confronti di determinate categorie di soggetti come lo sono i portatori di handicap. La branca italiana della ENIL, la European Network Indipendent Living, associazione che cura a livello europeo gli interessi degli invalidi sta avviando un ricorso collettivo contro il governo e contro la misura.

L’azione della ENIL

Ciò che la ENIL contesta al governo è la bocciatura di numerosi emendamenti presentati durante la fase di conversione in legge del cosiddetto decretone che conteneva al suo interno il reddito di cittadinanza. Emendamenti che miravano a rendere la misura più consona e più attenta a particolari situazioni di disagio delle famiglie come lo sono la presenza nel nucleo familiare di invalidi e disabili.

Dal testo originario del decreto alla legge, nulla è cambiato per quanto riguarda queste situazioni, proprio perché ogni proposta di correzione durante l’iter parlamentare della misura è stata bocciata. Restano pienamente funzionali tutte le norme che per molti discriminavano gli invalidi e le famiglie con invalidi all’interno che vanno a richiedere il reddito di cittadinanza.

Il ricorso collettivo che sta approntando la Enil che sul sito “disabili.com” ha messo nero su bianco le modalità di adesione è proprio contro queste discriminazioni. Nello specifico si va a contestare il trattamento meno favorevole che la misura prevede per i nuclei familiari che hanno problematiche legate alle disabilità. Il problema è che in sede di presentazione della domanda occorre presentare l’Isee e le pensioni di invalidità, gli assegni di invalidità civile e tutti gli indennizzi per casi di patologie invalidanti vengono considerate reddito a tutti gli effetti. L’associazione cerca sottoscrizioni alla class action per la quale sembra sia stato dato mandato all’Avvocato Federico Sorrentino che è stato il legale che ha curato i ricorsi del 2016 al Tar del Lazio, contro la normativa dell’Isee che andava a considerare reddito alcune prestazioni assistenziali tra le quali proprio quelle relative alle condizioni di invalidità.

Il ricorso, si legge sul sito, accoglie le persone e le famiglie che si sono viste respingere le domande per il reddito di cittadinanza o che hanno ricevuto importi inferiori a quelli spettanti proprio per via delle pensioni di invalidità e loro simili.

Ancora furbetti scovati dai controlli

Parlare di persone che pur nelle oggettive difficoltà reddituali e di stato di salute si vedono respingere le domande o ridurre gli importi del sussidio e nel frattempo discutere di furbetti del reddito di cittadinanza è paradossale. Mentre la ENIL avvia ricorsi, le Forze dell’Ordine e gli ispettori della Direzione Territoriale del lavoro continuano le operazioni di controllo che portano alla luce casi di fruizione indebita del sussidio.

Stavolta la notizia proviene dalla Liguria. A La Spezia l’Ispettorato del lavoro ha denunciato un uomo che percepiva il reddito di cittadinanza ma lavorava in nero presso una azienda. L’uomo adesso dovrà restituire tutti i mesi di sussidio percepiti e dopo segnalazione all’Inps, la card del reddito di cittadinanza è stata bloccata.