Arriva un nuovo strumento per andare in pensione anticipata, con meno contributi della quota 100 ma a partire dalla stessa età, i 62 anni: è il maxi-scivolo che permetterà ai contribuenti di aziende grandi (almeno mille dipendenti) di poter anticipare la pensione di cinque anni oppure al raggiungimento dei 37 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) o a 36 e 10 mesi per le donne, sempre con cinque anni di anticipo rispetto alle Pensioni anticipate della riforma Fornero. Tuttavia, i lavoratori che puntino a maturare la pensione di vecchiaia risulteranno svantaggiati: infatti, i datori di lavoro pagheranno i contributi necessari solo fino alla maturazione della pensione anticipata.

E' quanto affermato dal responsabile della previdenza della Cigl, Ezio Cigna. Dunque, i paletti dello scivolo, sia per le dimensioni aziendali, sia per la volontà dei datori di lavoro di avvalersi dello strumento per ringiovanire il personale (come previsto dalle ultime novità del "Contratto di espansione"), renderanno non meno difficoltosa l'uscita anticipata dei lavoratori rispetto a quota 100 che pure pone vincoli di età e contributivi evidenti.

Pensioni anticipate e quota 100: ultime novità oggi, a chi conviene uscita con lo scivolo

Entrando nello specifico del Contratto di espansione, il requisito che prevede la pensione anticipata a 62 anni si matura in presenza di almeno venti anni di contributi già versati.

Nei due anni di sperimentazione, il 2019 e il 2020, a parità di età prevista per la quota 100, spetterà al datore di lavoro proporre lo scivolo ai propri dipendenti che siano in attesa di andare in pensione, siglando l'accordo con i sindacati e con il Ministero del Lavoro. Quest'ultimo sarà chiamato a valutare le richieste pervenute e, nel caso in cui lo ritenesse opportuno, a stanziare i fondi necessari.

Il lavoratore che dovesse scegliere di andare in pensione dovrà accettare due anni di disoccupazione (la Naspi) al termine della quale l'integrazione dei contributi da parte dei datori di lavoro sarà per la sola maturazione della pensione anticipata e non per quella di vecchiaia.

Simulazione scivolo con uscita pensione anticipata: calcolo rispetto a quota 100 e pensioni di vecchiaia

Requisiti, vantaggi e penalizzazioni dello scivolo per la pensione anticipata a 62 anni sono stati spiegati da Ezio Cigna. Il responsabile della previdenza della Cgil, che proprio lunedì prossimo 15 luglio sarà impegnato alla Camera del Lavoro di Salerno per un'iniziativa sulle pensioni dal titolo "La Previdenza che cambia: tra pubblico e privato", ha analizzato lo strumento mettendo in chiaro che i requisiti di età (62 anni) e di contributi (20 anni) favoriscono l'uscita del lavoratore soprattutto in rapporto ai contributi necessari per la pensione anticipata, meno per quella di vecchiaia.

Infatti, alla conclusione dei due anni di Naspi, spetterà al datore di lavoro versare i contributi necessari per arrivare alla pensione anticipata, ma non a quella dei 67 anni. Facendo un rapido calcolo sulla base dell'analisi di Cigna, un lavoratore che esca a 62 anni con lo scivolo, percepirà l'assegno Naspi per due anni, al termine del quale il datore di lavoro continuerà a pagare contributi solo per arrivare alla pensione anticipata (cioè a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, a 41,10 per le donne) e non oltre. Più complicato è il caso di un lavoratore che accetti lo scivolo con 37 anni e 10 mesi di contributi. Al termine dei due anni di Naspi, il datore di lavoro dovrà pagare ulteriori tre anni di contributi, ma il lavoratore che punti alla pensione di vecchiaia a 67 anni potrebbe doversi "accontentare" di arrivare all'uscita anticipata con meno di 43 anni di contributi pur non avendo già compiuto i 67 anni.