Si continua a discutere sugli effetti più che positivi della cosiddetta Quota 100, la misura entrata in vigore lo scorso primo gennaio che consente di anticipare l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi: sono oltre 132 mila le richieste registrate nel primo semestre di sperimentazione battendo i 43 mila pensionamenti di vecchiaia.
Stando a quanto affermato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", infatti, a fine giugno sono state registrate circa 233.080 istanze di cui 96.679 sono i trattamenti di anzianità e anticipati.
L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, certifica che il flusso dei pensionamenti è in netto aumento rispetto al primo semestre del 2018: i pensionamenti hanno superato il triplo rispetto alle uscite garantite con le regole in materia previdenziale del Governo Gentiloni. Tutto ciò, è stato possibile grazie all'entrata in vigore del sistema delle quote che hanno permesso un anticipo dell'uscita a partire dai 62 anni di età con 38 anni di versamenti contributivi.
Pensioni di vecchiaia ferme a 43 mila
Inoltre, a partire da aprile, ha preso piede anche il congelamento dell'aumento dei requisiti per l'accesso alle anticipate a 43 anni. Da non dimenticare, anche le altre misure previdenziali come la proroga del regime sperimentale donna a favore delle lavoratrici che hanno la possibilità di lasciare il lavoro a partire dai 57 anni di età anagrafica unitamente ai 35 anni di contribuzione effettiva anche se si vedranno il loro assegno ricalcolato con il metodo contributivo e l'introduzione della Quota 41 a favore dei lavoratori precoci che hanno iniziato la loro carriera contributiva in giovane età; una misura che seppure è riservata soltanto a determinate categorie di lavoratori, potrebbe essere estesa a partire dal 2022, ovvero, al termine del triennio di sperimentazione di Quota 100.
Assegni medi fino a 1.800 euro mensili
Tuttavia, i pensionamenti di vecchiaia non superano le 30 mila unità a causa dell'ulteriore aumento dell'età pensionabile a 67 anni dovuto all'adeguamento automatico dei requisiti alla speranza di vita.
Sempre secondo quanto riporta "Il Sole 24 Ore", l'assegno medio per i lavoratori autonomi sia artigiani sia commerciali si aggira attorno ai 1.500 euro mensili mentre per ex dipendenti del settore privato o della Pubblica Amministrazione, l'assegno potrebbe toccare anche i 1.800 euro mensili. Quanto all'età, nei primi sei mesi i pensionamenti anticipati viaggiano attorno ai 62 anni e 4 mesi medi mentre i trattamenti di vecchiaia sono ancora fermi a 66 anni di età e 7 mesi di età anagrafica. Inoltre, si è registrato un calo nella corresponsione degli assegni sociali: solo 6.119 i sussidi erogati contro i 15 mila del 2018.