Dal Comitato Opzione Donna Social si torna a mettere in evidenza le mancate tutele del nostro sistema previdenziale rispetto alle esigenze di tante donne che si dividono tra il proprio impiego ed il lavoro di cura. A tal proposito, la fondatrice Orietta Armiliato ha pubblicato all'interno del gruppo un post nel quale si rivendica ancora una volta la necessità di agire per avviare maggiori tutele, sottolineando al contempo le attuali irregolarità e incongruenze.

Armiliato (CODS): 'L'opzione donna si sta trasformando in una pratica assistenziale'

A tal proposito, l'amministratrice del CODS ha voluto rimarcare il riscontro che sta ricevendo dalle proprie iscritte in merito alle numerose difficoltà di accesso alla pensione in età avanzata, nonostante le misure introdotte finora.

In particolare, si evidenzia il rischio che l'opzione donna si trasformi in "una prassi assistenziale", nonostante sia "nata come legge pensionistica sperimentale". Armiliato suggerisce quindi che "un numero importante e crescente di donne la invoca, dopo 35 anni di lavoro, come unica possibile fonte di mantenimento in assenza dei requisiti per accedere alla pensione di anzianità, ovvero come alternativa a quello che è un reddito pari a zero, dovuto alla disoccupazione ed all’impossibilita di re-impiegarsi".

I riscontri delle iscritte al Comitato attraverso i commenti

Non è un caso se numerosi commenti in tal senso siano stati lasciati sul post di rivendicazione dalle stesse iscritte al Comitato, mettendo in evidenza l'effettiva mancanza di alternative all'opzione di quiescenza.

Per molte lavoratrici di fatto non esiste alcuna possibilità oltre alla scelta dell'opzione donna, che prevede comunque di aver accumulato una storia contributiva importante (risultando necessari almeno 35 anni di versamenti). C'è poi chi sottolinea la distanza tra l'età anagrafica d'accesso all'opzione donna all'età ordinaria di quiescenza, oppure alle altre forme di prepensionamento anticipato attualmente disponibili.

Il tutto considerando che l'opzione donna rappresenta un'opportunità penalizzante, viste le conseguenze irreversibili sull'importo del futuro assegno.

La proroga dell'opzione donna e la richiesta di estensione al 2023

L'opzione donna consente il pensionamento anticipato nel 2019 a partire dai 58 anni di età (un anno in più se autonome) e 35 anni di versamenti al 31 dicembre 2018.

Il Governo ha allo studio una ulteriore estensione al 2020, che il CODS chiede di estendere fino al 2023. Ma la vera sfida per il Comitato è rappresentata dal riconoscimento del lavoro di cura, visto che secondo Armiliato una successiva estensione dell'OD non avrebbe logica, dato l'assoggettamento per tutti dal 1996 al sistema contributivo. Resta evidente la necessità di trovare una soluzione maggiormente inclusiva per le tante donne che attendono il riconoscimento previdenziale dei propri sforzi verso la fine della propria carriera.