Diventa sempre più concreta l'ipotesi di una rivisitazione (o di una totale rottamazione) delle nuove pensioni anticipate tramite quota 100 con l'avvio di un esecutivo a guida giallo-rossa. Se i pensionamenti in corso d'anno (a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti) non sembrano essere messi in discussione, con la legge di bilancio 2020 il provvedimento potrebbe subire forti limitazioni, se non una vera e propria sostituzione con altre misure considerate maggiormente inclusive e meno onerose. Un destino che d'altra parte dovrebbe caratterizzare anche un'altra misura chiave di area leghista, ovvero il Dl sicurezza.

Pensioni anticipate, nel 2020 il possibile giro di vite sulla quota 100

A tornare sul tema di un ripensamento della quota 100 per il prossimo anno è stato il Sole 24 Ore, che ha riportato nuove indiscrezioni giornalistiche parlando esplicitamente del rischio di una "rottamazione" per la misura avviata dall'esecutivo giallo-verde. La priorità del nuovo governo in formazione dovrebbe infatti essere lo stop agli aumenti dell'Iva, ma tra i provvedimenti considerati come urgenti vi sono anche la riduzione del cuneo fiscale, il rilancio degli sgravi alle imprese e la svolta green. In questo senso, non sembra esserci molto spazio per un ulteriore prolungamento o estensione della quota 100, che comunque aveva carattere sperimentale.

Il provvedimento era stato infatti previsto in scadenza già alla sua nascita, con il termine ultimo per le richieste fissato al 2021.

Le ipotesi relative all'APE social e al rafforzamento dell'attuale quota 41

Stante la situazione, resta implicito che nella prossima Manovra sarà comunque previsto un intervento riguardo al delicato settore della flessibilità previdenziale.

In questo caso si parla però di agire su misure attualmente in scadenza e che prevedono maggiori tutele per chi vive situazioni di disagio. È il caso, ad esempio, dell'APE sociale, che consente il prepensionamento senza penalizzazioni a partire dai 63 anni di età e con 30-36 anni di versamenti (a seconda della specifica situazione di disagio vissuta dal lavoratore).

Oppure di un'estensione dell'attuale quota 41. Mentre un ulteriore intervento potrebbe allargare l'area dei lavori considerati gravosi o usuranti, che consentono di ottenere importanti sgravi nel momento in cui si effettuano i conteggi per poter accedere all'Inps. Sullo sfondo vi sono anche le richieste delle lavoratrici per poter continuare a usufruire dell'opzione donna, in scadenza alla fine del 2019. Resta implicito che con un cambio di passo sulle misure adottate la platea dei potenziali beneficiari potrebbe non coincidere rispetto alle regole attualmente in corso.