Il nome di Elsa Fornero è stato spesso tirato in ballo dagli esponenti del governo sostenuto da Lega e Movimento Cinque Stelle. La motivazione risiedeva nell'obiettivo di cancellare la legge previdenziale riconducibile al Ministro del Lavoro del Governo Monti. L'esecutivo gialloverde, nei suoi quattordici mesi di attività, ha perciò messo a disposizione dei lavoratori la misura opzionale e sperimentale Quota 100 per anticipare la pensione rispetto ai paletti disposti dalla Legge Fornero. Una scelta fortemente criticata dalla professoressa, ma che, secondo quanto da lei stessa rivelato alla trasmissione di La 7 Tagadà, rappresenta un percorso ormai battuto e in cui non si può tornare indietro.

Quota 100 bocciata dalla Fornero

Quota 100 rappresenta una misura facoltativa, attraverso cui i lavoratori possono scegliere di congedarsi dal mondo del lavoro ben prima rispetto a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere per la legge Fornero. Una prospettiva che, già lo scorso anno, non tutti hanno scelto di abbracciare, considerato che il prezzo da pagare per anticipare il pensionamento è un assegno più basso, poiché calcolato sugli effettivi anni di contributi versati. In tanti, però, hanno visto di buon grado la possibilità di anticipare l'uscita dal lavoro, soprattutto dopo che nel 2011 una Fornero in lacrime, annunciò quanto per far reggere il sistema previdenziale occorreva spostare in avanti i limiti di pensionamento.

Una scelta che annunciava quanto, nell'idea dell'allora ministro, potesse non essere visto di buon grado il fatto che da lì a qualche anno qualcuno potesse escogitare vie d'uscita anticipata. "Se si spiega il contesto - ha evidenziato la Fornero - capirebbero anche le ragioni dell'aumento dell'età di pensionamento".

Fornero dice che bisogna contenere la spesa

E su Quota 100 il suo giudizio è netto: "Se si guarda al Paese è stata una scelta negativa, ma oggi non si può tornare su di essa cancellandola". L'ex ministro, perciò, non è a favore di un eventuale cancellazione da parte del nuovo governo e indica quale, a suo avviso, sarebbe la strada da percorrere: introdurre qualche correttivo, ai fini di limitare la spesa.

"Io terrei il 2020 e farei delle correzioni sul 2021, lasciando quota 100 per alcune categorie", ha aggiunto poi l'economista.

Il riferimento va, ad esempio, alla necessità di nuove tutele e regolamentazioni per le cure verso le classi più deboli. "Lo Stato - evidenzia - le lascia spesso interamente alle donne e poi dà loro alle donne il contentino di un pensionamento anticipato".

"Bisogna - aggiunge - ripensare la politica dell'invecchiamento penando non solo al diritto alla pensione, ma anche al diritto alle cure".