Perché andare in pensione anticipata con la quota 100 a 62 anni può essere penalizzante, ai fini del futuro assegno di pensione, rispetto all'uscita con altri canali previdenziali che richiedono un'età maggiore? La risposta è fornita dalla rivalutazione del montante contributivo che, insieme al coefficiente di trasformazione delle Pensioni, concorre a formare la pensione dei lavoratori. Proprio nei giorni scorsi, l'Istat ha fornito il dato ufficiale di rivalutazione dei contributi per il 2018, l'ultimo anno sul quale sia possibile collegare l'indice all'andamento del Prodotto interno lordo.

Ebbene, la rivalutazione dei contributi, si legge nel comunicato dell'Istat, si è fermata al tasso dell'1,018254 che equivale a dire che il montante contributivo, ai fini delle pensioni, si rivaluta solo del 2 per cento.

Rivalutazione pensioni anticipate e quota 100: ultime novità oggi su indice Istat

Quota 100 o altre formule di pensioni, anticipate e di vecchiaia, dunque, vengono determinate sulla base dell'indice reso noto dall'Istat. Il 2 per cento di rivalutazione significa che per ogni 1.000 euro di contributi versati nel 2018, nel 2019 valgono 1.020. Il dato è determinato dall'andamento del Pil degli ultimi cinque anni: come per il coefficiente di trasformazione, dunque, anche quello delle rivalutazioni dei contributi pensionistici è in calo.

Più nel dettaglio, il 33% dei contributi accantonati dai lavoratori dipendenti, il 24% del reddito degli artigiani e dei commercianti, il 25% degli iscritti alla Gestione separata dell'Inps o il 31% dei lavoratori co.co.co. vengono rivalutati applicando questo indice che non concorrerà, di certo, a costruire una pensione elevata per i lavoratori.

Nel calcolo della futura pensione il montante contributivo, rivalutato, viene moltiplicato per i coefficienti di trasformazione, tra l'altro recentemente rivisti al ribasso proprio con decorrenza nell'anno 2019, che aumentano solo al crescere dell'età di uscita.

Pensioni anticipate con uscita a quota 100 o altre formule: andamento rivalutazione nel 2019 e 2020

Considerando le pensioni anticipate a quota 100, il coefficiente di trasformazione in uscita all'età di 62 anni è pari al 4,790 per cento. Nel caso in cui si andasse in pensione a 65 anni, con la stessa quota 100 o con qualche altra formula di pensione anticipata, il coefficiente aumenterebbe al 5,245 per cento, mentre l'attesa per la pensione di vecchiaia a 67 anni verrebbe premiata con un coefficiente pari al 5,604 per cento. Entrando nel dettaglio del calcolo per farsi un'idea della propria pensione futura, il montante contributivo si ricava applicando alla base imponibile (la retribuzione oppure il reddito) l'aliquota di accantonamento dei propri contributi (il 33 per cento per i lavoratori dipendenti e dal 24 al 31 per cento per i redditi degli autonomi).

L'importo ottenuto viene rivalutato il 31 dicembre di ogni anno, escludendo l'anno in corso, applicando la percentuale indicata dall'Istat determinata dall'andamento del Pil degli ultimi cinque anni. Dunque, l'indice di 1,018254 rivaluta il montante contributivo dei lavoratori alla data del 31 dicembre 2018 e aggiungendo gli accantonamenti contributivi del 2019 e del 2020, porteranno alla liquidazione delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2020.