Ieri 3 dicembre l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha emanato un messaggio ufficiale con cui recepisce quanto previsto dal decreto interministeriale che sblocca le domande di reddito e pensione di cittadinanza dei cittadini stranieri. Si tratta delle domande che erano bloccate all'Inps da aprile 2019. Infatti, sulle domande dei cittadini extracomunitari, dopo il varo della misura, furono inseriti con emendamento, alcuni vincoli e adempimenti da rispettare che di fatto hanno fermato le erogazioni di questi benefit a determinati richiedenti.

Oltre alle canoniche situazioni reddituali, patrimoniali e di composizione del nucleo familiare in Italia agli stranieri non comunitari, la normativa sul reddito di cittadinanza imponeva un adempimento aggiuntivo in sede di istruttoria delle domande.

Occorreva presentare la documentazione ufficiale da parte dei Paesi di provenienza, riguardante i redditi, i patrimoni e la composizione del nucleo familiare presente nei loro Paesi di origine. Una documentazione molto difficile da recuperare da parte di molti soggetti provenienti da Paesi con problematiche relative a guerre, assenze di democrazia e arretratezza strutturale. Era necessario che un decreto attuativo mettesse nero su bianco quali erano i Paesi dai quali bisognava recuperare la documentazione e quali fossero gli Stati esentati da questo adempimento.

Con la recente Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, adesso l'Inps potrà sbloccare le domande ferme al palo e la conferma arriva dallo stesso Istituto Previdenziale tramite il messaggio 4516 del 3 dicembre 2019.

Cosa dice il nuovo messaggio Inps

Un correttivo a pensione e reddito di cittadinanza a stranieri ha imposto, in capo ai cittadini provenienti da Stati non appartenenti alla UE, di produrre, in fase istruttoria delle richieste, una certificazione dell’autorità estera competente.

Come dicevamo, si tratta della certificazione sui redditi e sui patrimoni di cui, il richiedente il sussidio, aveva disponibilità nel proprio Stato di provenienza, nonché sulla reale composizione del proprio nucleo familiare. Documenti che andavano recuperati dal Paese di provenienza, vidimati ed autenticati dal proprio consolato in Italia e naturalmente, tradotti in lingua italiana.

L'Inps conferma con il messaggio, che rispetto a questi adempimenti, esistono delle esenzioni.

In pratica, non sono tenuti a produrre questa documentazione, i cittadini extracomunitari che hanno lo status di rifugiato politico oppure quelli che provengono da Stati dove è oggettivamente impossibile recuperare la documentazione. Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sottoscritto in solido dal Ministro del Lavoro e dal ministro degli Esteri (Nunzia Catalfo e Luigi Di Maio) reca in allegato l'elenco dei Paesi esteri da cui è necessario recuperare la documentazione aggiuntiva richiesta per poter rientrare tra i potenziali beneficiari delle due misure di contrasto alla povertà. Per i provenienti da Stati non presenti nell'elenco, la documentazione non è necessaria e le domande presentate saranno automaticamente sbloccate dall'Istituto.

I richiedenti obbligati alla presentazione dei documenti originari sono quelli provenienti da:

  • Bhutan
  • Corea
  • Figi
  • Hong Kong
  • Giappone
  • Islanda
  • Kosovo
  • Kirghizistan
  • Kuwait
  • Malaysia
  • Nuova Zelanda
  • Qatar
  • Ruanda
  • Repubblica di San Marino
  • Santa Lucia
  • Singapore
  • Taiwan
  • Tonga
  • Svizzera

Cosa succede ora alle domande

Era proprio il decreto attuativo con il relativo elenco a tenere congelate le domande da parte dell'Inps. Adesso tutto è pronto per le erogazioni a chi naturalmente proviene da Stati non presenti nell'elenco prima riportato. L'Inps ha confermato che per le istanze prodotte a partire dal mese di aprile 2019 da parte dei cittadini non comunitari e non presenti nell'elenco, sarà immediatamente disposto il rilascio della tessera del reddito di cittadinanza.

Contestualmente al rilascio della card verrà predisposto anche il primo pagamento del mese di sussidio spettante. Successivamente l'Inps darà disposizione a Poste Italiane, di provvedere a ricaricare la card anche con le mensilità arretrate spettanti a ciascun beneficiario, in base alla data di presentazione della domanda e dopo aver verificato la permanenza dei requisiti necessari per rientrare tra i beneficiari. In base a quanto si apprende dal messaggio Inps, gli arretrati verranno erogati ogni 15 giorni. Per i provenienti dagli Stati presenti nell'elenco, le domande saranno ancora ferme in attesa che, come previsto dal decreto, questi richiedenti implementino la prima domanda, con la documentazione in più necessaria.