A partire dal prossimo 3 gennaio si concretizzeranno i nuovi assegni pensionistici, con gli importi adeguati secondo quanto stabilito dai calcoli dell'Istat al fine di preservarne il potere di acquisto. Si tratta, infatti, delle rivalutazioni pensate per mantenere gli emolumenti in pari con il costo della vita. L'accredito prenderà forma a partire dal primo assegno dell'anno, che viene erogato tenendo conto del primo giorno bancabile utile attraverso l'unificazione dei pagamenti relativi ai trattamenti previdenziali dell'Inps.

Pensioni 2020: da gennaio la rivalutazione dello 0,4%

Stante la situazione appena evidenziata, il pagamento delle Pensioni a gennaio coinciderà proprio con il 3 gennaio. In tale data verrà quindi applicato il valore stimato del +0,4%, previsto totalmente fino a 4 volte la minima e parzialmente per gli importi superiori. Per determinare tale parametro i tecnici dell'Istat fanno riferimento all'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (conosciuto con l'acronimo Roi). Sul punto è necessario comunque prestare attenzione perché si tratta di un adeguamento provvisorio, visto che il parametro definitivo per l'anno in corso sarà comunicato solo il prossimo 18 gennaio. Il parametro viene rilevato a dicembre e conguagliato solo nelle settimane successive.

Nella pratica, resta però il fatto che la nuova rivalutazione sarà caratterizzata per il fatto di risultare molto contenuta. La percentuale di incremento effettiva corrisponderà infatti a pochi euro in più al mese, una cifra che, nella pratica, si concretizzerà portando gli assegni minimi dai precedenti 513 euro a 516 euro al mese, mentre la pensione sociale passerà da 458 a 460 euro al mese.

Infine, le pensioni di invalidità passeranno da 285 a 286 euro mensili.

L'intervento sulle rivalutazioni previsto con la legge di Bilancio 2020

Sulla questione bisogna infatti evidenziare che l'Inps non ha ancora recepito il nuovo meccanismo di adeguamento previsto dal legislatore con la legge di Bilancio 2020. All'interno del dispositivo si prevede, infatti, l'estensione della rivalutazione piena dell'assegno fino a quattro volte la minima Inps.

Ne consegue che la rivalutazione piena si estende fino alla cifra di 2052 euro lordi. Una consolazione che però sembra destinata a restare magra per molti pensionati, visto che di fatto gli aumenti restano limitati a pochi euro mensili. Oltre a ciò, dalle 4 alle 5 volte la minima Inps l'adeguamento si applica al 77%, passando al 52% dell'emolumento fino a 6 volte. Si prosegue al 47% fino a 8 volte, al 45% fino a 9 volte ed al 40% per le pensioni superiori a 9 volte la minima. In sintesi, secondo le ultime stime tecniche sulla vicenda, la rivalutazione piena delle pensioni dovrebbe interessare una platea di circa due milioni e mezzo di persone.