Sarà il frutto di un confronto tra l’esecutivo e le parti sociali la nuova riforma delle Pensioni 2020 che dovrà servire per superare la tanto contestata legge Fornero e introdurre nuovi elementi di flessibilità in uscita dal lavoro verso nuove forme di prepensionamenti. Un’operazione che potrebbe avere anche significativi effetti anche sul fronte del lavoro e quindi contribuire a ridurre la drammatica disoccupazione giovanile che colpisce tutto il Paese. La prima riunione tra il governo giallorosso e i sindacati si è svolta nei giorni scorsi nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali guidato dal ministro Nunzia Catalfo del Movimento 5 stelle; i prossimi appuntamenti sono in programma il 3 e il 7 febbraio, in tutto gi incontri che si terranno a febbraio sono cinque, poi a marzo si farà una verifica politica e si cercherà una sintesi per introdurre il pacchetto previdenziale nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.

Pensioni, ministro Gualtieri: ‘Avviato un tavolo di riflessione con i sindacati’

Sul dossier delle pensioni si è espresso ieri il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri. "Noi – ha detto rispondendo ai cronisti su Quota 100 a margine di un incontro a Roma - abbiamo avviato un tavolo di riflessione con i sindacati sulle pensioni perché il nostro metodo – ha aggiunto l’esponente del governo - è sempre quello dell'ascolto e del dialogo. Ci occupiamo del futuro del sistema pensionistico”.

Diversi i temi dei quali si discuterà nelle prossime settimane, dalla revisione di Quota 100 e Opzione donna alla possibile istituzione di Quota 41 per i lavoratori precoci. Tra i temi centrali del confronto le pensioni di garanzia per i giovani di cui si discuterà in particolare durante l’incontro del 3 febbraio.

Saranno affrontate anche le questioni relative alla previdenza complementare e alla rivalutazione delle pensioni in essere.

Il 3 e il 7 febbraio nuovi appunta nuovi incontri sulle riforma delle pensioni 2020

Il titolare del Mef ha parlato anche del reddito di cittadinanza che, insieme alle pensioni anticipate con Quota 100, rappresenta una delle misure simbolo del precedente governo gialloverde guidato sempre dallo stesso premier Giuseppe Conte.

“Abbiamo fatto bene – ha detto il ministro dell’Economia parlando del reddito di cittadinanza - a mantenere questa misura che si sta rivelando efficace per il contrasto alla povertà”. C’è ancora da lavorare, però, secondo l’autorevole esponente del governo, per il miglioramento della fase due della misura, quindi sul miglioramento delle politiche attive per il lavoro.

“Al contempo lo dobbiamo migliorare – ha sottolineato Gualtieri - la capacità di sostenere le politiche attive del lavoro".

Inps: nel 2019 erogate 126.107 pensioni anticipate, il 32,81% in più rispetto al 2018

Intanto, sono stati diffusi oggi dall’Istituto nazionale per la previdenza sociale, presieduto da Pasquale Tridico, i nuovi dati aggiornati relativi al sistema pensionistico. L’anno scorso in pensione anticipata sono andati in 126.107 lavoratori, un dato che ha segnato il 32,81% in più rispetto al 2018, quando furono in 94.952 ad uscire anticipatamente dal lavoro.

Sempre nel 2019, secondo i dati diffusi oggi dall'Inps, i lavoratori che hanno smesso di lavorare e hanno chiesto la pensione di vecchiaia sono 33.123, in questo caso il dato indica un calo rispetto al 2018 del 29,81%. L’anno prima, infatti, erano state 94.952 le persone uscite dal lavoro con le pensioni di vecchiaia.