Le Pensioni liquidate con il sistema contributivo sono meno vantaggiose di quelle liquidate con il sistema retributivo o misto. Questo ormai è un dato di fatto sul quale si è discusso su La7, durante la trasmissione DiMartedì. Le pensioni sono state argomento del solito contenitore politico e di attualità condotto da Giovanni Floris. Un servizio dell"inviata Giulia Ciufolini ha messo in risalto la penalizzazione dell'assegno insita nel sistema contributivo. Allo stesso tempo, però, vengono suggeriti alcuni accorgimenti che possono tornare utili per evitare di piombare in pieno nel calcolo contributivo degli assegni.

Con il sistema contributivo si prende di meno

Ormai la maggior parte delle pensioni che verranno erogate nei prossimi anni saranno liquidate con il metodo contributivo. Già nel 2020 i futuri pensionati riceveranno un assegno calcolato per il 60% con questo meccanismo. E, dal 2036, inizieranno ad uscire i cosiddetti contributivi puri, soggetti che hanno iniziato la carriera lavorativa dopo il 31 dicembre 1995. Questo è il caso di Roberto, un lavoratore intervistato nel servizio della Ciufolini. Roberto è un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1997. Avendo trovato lavoro stabile, la data di pensionamento di questo signore sarà nel 2041 e con 44 anni di contributi versati. La sua pensione sarà calcolata tutta con il contributivo avendo iniziato lavorare dopo l'entrata in vigore di questo sistema.

E, a fronte di uno stipendio di 1.300 euro mensili, questo lavoratore percepirà un assegno previdenziale di 810 euro al mese. In pratica il 40% in meno dello stipendio percepito.

Se possibile, meglio scegliere il sistema misto

Anche se il primo contributo da lavoro dipendente è stato versato in pieno regime contributivo, c'è una possibilità per aggirare il penalizzante calcolo.

Con il riscatto di alcuni periodi di contribuzione figurativa, si può maturare il diritto ad un calcolo della pensione con il sistema misto. Riscattare il periodo di servizio militare piuttosto che la maternità o la laurea può essere un valido aiuto a percepire una pensione più elevata. Nel caso di Roberto riscattando un anno di servizio militare svolto prima del 1996, può farlo rientrare nel sistema di calcolo misto per la sua pensione.

E grazie a questo escamotage, la pensione di 810 euro al mese passerebbe a 880 euro mensili, ben 70 euro in più. Sull'argomento è stato molto chiaro Pasquale Tridico, il Presidente dell'Inps ospite della trasmissione. Anche utilizzando questo accorgimento, la soluzione non agevola i giovani, perché chi ha servizio militare o corso di laurea da riscattare per un periodo antecedente il primo gennaio 1996, non è più un giovane. Ecco perché per Tridico, il sistema contributivo resta penalizzante per i giovani di oggi ed occorre trovare una soluzione, pensando ad una misura come la pensione di garanzia.