Quota 100, così come la si conosce, andrà ad esaurimento alla fine del 2021. Questo significa che, a partire dal 2022, ci saranno i primi esclusi dalla possibilità di aderire alla misura opzionale. Una volta esaurita, unitamente alle cessazione delle altre opzioni d'uscita anticipata, si potrà lasciare il mondo del lavoro unicamente attraverso le vie assicurate dalla legge Fornero. A meno che non cambino in maniera globale le norme previdenziali o vengano introdotte nuove misure finalizzate ad evitare quello che viene ormai comunemente definito "effetto scalone".

Nel corso della trasmissione Di Martedì è stata analizzata l'ipotesi che venga formulata la proposta concreta di una nuova Quota 100. Anziché pretendere 62 anni di età e 38 di contributi per andare in pensione, si potrebbe passare al 64+36. Questo, però, a quanto pare potrebbe avere serie ripercussioni sull'assegno.

Quota 100 in nuova versione come esigenza

A stretto giro di posta, per il governo, potrebbe esserci l'esigenza di affrontare il capitolo Pensioni. Lo scalone previsto per il 2022 , secondo opinione diffusa, va evitato. Potrebbe, infatti, accadere che una persona di 62 anni nel 2021 potrà uscire dal mondo del lavoro grazie a Quota 100, mentre solo un anno dopo un coetaneo potrebbe essere costretto a lavorare anche cinque anni in più.

Sono gli effetti del fatto che, una volta esaurite le misure opzionali, si potrà andare in pensione unicamente attraverso due vie d'uscita. La pensione di vecchiaia prevista, per il 2022, a 67 anni o la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne). A cambiare le cose e a scongiurare l'effetto scalone potrebbero essere una riforma previdenziale globale o l'aggiunta di nuove forme d'uscita anticipata attraverso misure opzionali.

Proprio in un servizio proposto da Di Martedì si è parlato di una proposta di un Quota 100 rivista.

Quota 100: 64+36 dal 2022, ma con assegni più bassi

Non è un caso se, al momento, si parla "cantiere previdenza". Tra le ipotesi plausibili per evitare l'effetto scalone ci sarebbe la creazione di una nuova Quota 100. Si passa, come detto, dalla possibilità di aderirvi, come è attualmente, con 62 anni di età e 38 di contributi, a 64+36.

Secondo Di Martedì l'assegno, però, sarebbe destinato ad essere decisamente più penalizzante. Sarebbe l'effetto di un calcolo effettuato interamente sul sistema di contributivo. Per chiarire le idee basta fare un'ipotesi: a parità di stipendio di un lavoratore in uscita (2000 euro), un pensionato con l'attuale Quota 100 avrebbe una pensione di 1400 euro, con la nuova 1200. Questo si tradurrebbe in un assegno che vale circa il 15% in meno. Resta da capire se la nuova Quota 100 resterà solo un'ipotesi.