"In pensione anche prima del previsto, ma in base ai contributi versati", questo il pensiero del Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico che ha rilasciato una intervista al quotidiano "la Repubblica". Il numero uno dell'Istituto Previdenziale ha affrontato diversi temi caldi della previdenza e sulla ipotesi di riforma delle Pensioni che sarà al centro del summit tra governo e sindacati del 27 gennaio, di fatto apre alle richieste delle parti sociali. I sindacati hanno chiesto a chiare lettere che venga istituita una misura di pensionamento flessibile già dai 62 anni di età.

Tridico sembra sulla stessa linea, purché gli assegni pensionistici erogati ai neo pensionati, siano calcolati con il sistema contributivo.

In pensione prima dei 67 anni

Secondo Tridico, dal momento che il sistema previdenziale ormai è basato per la stragrande maggioranza dei lavoratori, sul calcolo delle pensioni con il sistema contributivo, la flessibilità di uscita deve essere un principio cardine. Ormai sono sempre meno le persone che possono sfruttare ancora il ricalcolo misto della pensione. Dal 2036 inizieranno ad uscire dal lavoro i cosiddetti contributivi puri, cioè quelli che hanno il primo contributo previdenziale versato dopo il 1995. "Se si ragiona in ottica contributiva, la flessibilità rispetto ai 67 anni deve essere garantita ai lavoratori", questo il concetto espresso dal Presidente dell'Inps.

In pratica, dal momento che le pensioni sono calcolate con il sistema contributivo, un lavoratore deve essere libero di poter scegliere quando uscire dal lavoro. Infatti con questo sistema di calcolo degli assegni previdenziali, più contributi si versano, più si prende di pensione e viceversa. Per Tridico si deve fissare una età minima pensionabile a partire dalla quale lasciare liberi i lavoratori di scegliere, in base alle loro esigenze e prerogative.

Una parziale apertura nei confronti dei sindacati, che continuano a chiedere una misura di pensionamento flessibile a 62 anni con 20 di contribuzione minima versata.

Pensione di garanzia e risparmi di quota 100

Oltre alla riforma delle pensioni che dovrebbe essere varata per il post quota 100, Tridico ha parlato anche di altri temi caldi della previdenza.

Anche in questo caso, in perfetta sintonia con i sindacati (Il Segretario Cgil Landini proprio oggi sulla Stampa lo ha ripetuto), per il Presidente dell'Inps occorre prevedere una pensione di garanzia per i giovani, in modo tale da rendere più dignitosa la loro pensione futura, che altrimenti sarebbe molto bassa. La pensione di garanzia di cui parla Tridico, dovrebbe essere in grado di coprire i periodi di assenza di contribuzione che molti giovani di oggi hanno per via del lavoro intermittente, precario e instabile. Al riguardo Tridico riporta in auge la sua idea di creare un Fondo integrativo pubblico da cui attingere per garantire questo più favorevole trattamento previdenziale ai giovani di oggi.

E sarebbe un Fondo gestito direttamente dall'Istituto da lui presieduto. Per quanto concerne quota 100 invece, i miliardi risparmiati rispetto agli oltre 18 messi a bilancio quando fu varata la misura, dovrebbero restare in ambito previdenziale, senza essere distratti per altre urgenze del governo, esterne al tema delle pensioni.