Alla vigilia dell’apertura dell’atteso del tavolo di confronto tra l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conti e le parti sociali sulla riforma delle Pensioni, che sul fronte del lavoro dovrebbe anche aprire alla possibilità di un significativo ricambio generazionale sia nel settore pubblico che in quello privato, si fa sentire la voce dell’ex presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale Tito Boeri. "Esiste una terza via – secondo l’economista bocconiano - fra chi propone di cancellare la legge Fornero e il ricalcolo pienamente contributivo”.

Pensioni, le dichiarazioni di Boeri alla vigilia del confronto tra esecutivo e parti sociali

La formula previdenziale potrebbe essere questa: “Basterebbe evitare – ha spiegato Boeri in un’intervista al quotidiano La Stampa - di avvantaggiare chi esce prima rispetto a chi decidesse di attendere”. Una misura che sarebbe sostenibile dal punto di vista finanziario e sarebbe equa, secondo l’economista esperto di previdenza. “Sarebbe una ragionevole scelta di equità – ha specificato infatti l’ex presidente dell’Inps - oltre che di sostenibilità finanziaria”. Entrando poi nel merito della proposta lanciata nell’ambito del dibattito politico, sindacale ed economico in corso sulla revisione del sistema pensionistico, Tito Boeri ha spiegato che si tratterebbe d una riduzione degli assegni previdenziali dell’1,5 % circa per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni (e almeno 20 anni di contributi) attualmente previsti dalla tanto contestata riforma Fornero che ha drasticamente innalzato l’età pensionabile e introdotto gravi penalizzazioni sulle pensioni anticipate.

Boeri boccia la Quota 100.

L’ex presidente dell’Inps critica la Quota 100: ‘Diseguaglianze fra classi di età e reddito’

Le pensioni anticipate a 62 anni con 38 anni di contributi introdotte dal governo gialloverde e confermate dal governo giallorosso sempre guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbero aumentato, secondo l’ex presidente dell’Inps, “le diseguaglianze fra classi di età e – ha specificato - di reddito” .

La Quota 100 avrebbe anche “creato enormi buchi di organico – ha sottolineato - nella scuola e nella sanità”. La misura avrebbe anche costretto l'Istituto nazionale per la previdenza sociale “a mandare in giro ispettori – ha detto Boeri - per controllare che la gente non lavori”. Nell’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa di Torino, l’ex presidente dell’Inps boccia anche le pensioni di garanzia per i giovani che saranno tra i temi al centro del tavolo di confronto tra governo e sindacati che prenderà il via domani mattina a partire dalle ore 11 nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali diretto dal ministro Nunzia Catalfo del Movimento 5 stelle.

Le pensioni di garanzia? ‘Un modo per mettersi a posto la coscienza’, secondo l’economista

"Un modo per mettersi a posto la coscienza – ha detto Boeri parlando della pensione di garanzia - da parte di chi si sta facendo pagare la pensione dai figli”, una misura che certamente in futuro farebbe dormire sonni tranquilli ai giovani di oggi che vivono il presente tra lavori precari, salari bassi, carriere discontinue ma che avrebbe ricadute sulle nuove generazione, “graverebbe – ha sottolineato l’ex presidente dell’Inps - sui figli dei nostri figli”. Secondo l’economista esperto di previdenza e lavoro la riduzione degli oneri contributivi potrebbe essere la soluzione. Boeri ha ricordato nell’intervista che la decontribuzione fu adottata nel 2015 quando si registrò un aumento di circa un milione di occupati.