Le Pensioni continuano a restare un tema importante nell'agenda del governo. Si parla molto delle possibili nuove forme d'uscita anticipata e, tra quelle esistenti, c'è la prospettiva di varare una Quota 102 destinata a rimpiazzare Quota 100. Il fatto che, eventualmente, avrebbe come caposaldo un calcolo del trattamento previdenziale interamente contributivo rischia di partorire assegni decisamente più snelli per gli eventuali fruitori. A chiarire cosa realmente potrebbe accadere è stata la trasmissione di La 7 Di Martedì che ha fatto un esempio concreto relativo alle differenze tra le due misure.

Il caso preso in esame è quello di un professore di scuola media che, allo stato attuale, ha 62 anni e 39 di contributi.

Pensioni sempre sospese tra contributivo e retributivo

Chi ha lavorato da prima del 1996 (anno della riforma Dini), anche in caso di uscita con Quota 100, viene considerato un lavoratore destinato ad uscire dal lavoro con quella che, in gergo, viene definita contribuzione mista per via della sua appartenenza anche al precedente 'sistema retributivo'.

La pensione di Rocco, questo il nome del protagonista del servizio, sarà calcolata con un sistema misto. Lui, infatti, può vantare 14 anni e 5 mesi assimilabili al retributivo e 24 anni e 8 mesi relativi a quello contributivo. Nel complesso, secondo i dati forniti, ha maturato un diritto alla pensione annuale di 27.483 euro.

Questo corrisponde ad una pensione "lorda" di 2.114 euro.

Si pensa ad un'uscita con penalità

Queste sono le prospettive che si verificherebbero con Quota 100. Nell'ipotesi però che, nel 2021, possa essere messa a disposizione dei lavoratori una Quota 102 con possibilità d'uscita a 64 anni e 38 mesi ci sarebbe un risvolto della medaglia.

In quel caso, infatti, ci sarebbe la possibilità d'uscire unicamente accettando un calcolo della pensione fatto unicamente con il sistema contributivo. Cioè il trattamento sarebbe pari ai contributi versati. Un metodo più penalizzante che farebbe cambiare l'assegno di Rocco in maniera considerevole. Il suo reddito pensionistico diventerebbe di 20.693 euro.

Questo determinerebbe una pensione di 1591 euro lordi e, dunque, una perdita del 24,7%. Quasi un quarto.

Esiste però una controproposta, ossia una riduzione del 2% sull'assegno per ogni d'anticipo, fino ad un massimo del 6%. Con la penalità citata Rocco passerebbe da 2114 euro di Quota 100 come pensione lorda mensile ai 1988 euro. Il taglio ci sarebbe, ma meno consistente di quanto avverrebbe con Quota 102 e un calcolo interamente contributivo. Occorre comunque specificare che, al momento, si tratta di ipotesi. Resta da capire come sceglierà di muoversi il governo.