A chi conviene riscattare gli anni di laurea alla luce delle ultime novità contenute nella circolare dell'Inps n. 6 del 22 gennaio 2020 in tema di Pensioni e uscite anticipate? La materia è regolata da quanto disciplinato dal Decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019 che, oltre alla quota 100 e alla conferma dei requisiti di uscita delle pensioni anticipate fino al 2026, contiene novità in tema di riscatto degli anni universitari, in particolare riguardanti l'onere ridotto accordato ai lavoratori ricadenti nel sistema contributivo (che abbiano iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996) che ammonta a 5.260 euro per ogni anno di riscatto richiesto.

Tuttavia, proprio la recente circolare dell'Inps ha esteso i benefici del riscatto della laurea "light" anche agli studi precedenti il 1996, con varie possibilità di uscita anticipata anche con i meccanismi della quota 100, dell'opzione donna e delle pensioni anticipate dei soli contributi.

Pensioni anticipate: ultime novità di oggi su riscatto laurea, uscita quota 100 e opzione donna

In linea di massima, il riscatto della laurea a costo agevolato con preventiva opzione per meccanismo contributivo può essere conveniente per le pensioni anticipate che attualmente richiedono la maturazione di 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e di 41 anni e dieci mesi per le donne. Analogamente anche per le pensioni a quota 100, che richiedono 38 anni di contributi oltre all'età minima di uscita fissata a 62 anni, il riscatto degli anni di laurea accorcerebbe l'ammontare degli anni di contributi da lavoro necessari e lo stesso discorso può farsi per l'opzione donna che di anni di contributi ne richiede 35.

Riscattare gli anni di laurea, invece, potrebbe risultare ininfluente per chi punti ad andare in pensione con la vecchiaia. Infatti, il conteggio dei corsi di laurea non determinerebbe un vantaggio all'attuale maturazione dei requisiti delle pensioni maturabili a 67 anni ma con un numero ridotto di anni di contributi fissato a venti.

La platea dei beneficiari del riscatto agevolato sono stati estesi dalla circolare dell'Inps numero 6 del 2020, dunque, anche ai contribuenti che vogliano riscattare anni di studi ricadenti nei periodi precedenti al 1996 purché richiedano il ricalcolo contributivo della futura pensione.

Sistema contributivo per le pensioni anticipate e convenienza riscatto laurea

Pertanto, va verificata la convenienza all'uscita con la pensione anticipata, oppure con la quota 100 o l'opzione donna, di chi abbia meno di 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995 (ma non meno di 15 anni) e almeno cinque versati nel sistema contributivo (ovvero a partire dal 1° gennaio 1996). Pertanto, i lavoratori che ricadano nel sistema previdenziale "misto" dovranno valutare la convenienza a riscattare la laurea con il sistema contributivo del Decreto legge numero 6 del 2019, accettando però il ricalcolo contributivo della propria pensione futura di certo meno conveniente del retributivo/misto in termini di assegno.

Convenienza riscatto laurea per pensioni anticipate, quota 100 e uscita opzione donna

La novità contenuta nella circolare Inps di gennaio 2020 non porta ulteriori vantaggi ai lavoratori che già ricadano nel sistema previdenziale contributivo, ovvero alle generazioni più giovani rispetto a quelle in procinto di lasciare il lavoro per andare in pensione di vecchiaia, anticipata o con una formula agevolata come la quota 100. Il Sole 24 Ore, in particolare, ha studiato il caso di un lavoratore nato nel gennaio del 1988 che abbia iniziato a lavorare nel 2013. Senza riscattare la laurea, il contribuente potrebbe andare in pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni (salvo gli incrementi dovuti all'aspettativa di vita) nel 2055.

Oppure la sua scelta potrebbe orientarsi per la pensione anticipata contributiva con uscita a 64 anni in presenza di 20 anni di contributi e di una futura pensione che superi di 2,8 volte l'assegno sociale. Con il riscatto di un corso di laurea il lavoratore potrà anticipare la pensione con una delle due formule di pensionamento anticipato (quello dei soli contributi o quello dei 64 anni) andando a risparmiare qualche anno di lavoro ma non potrà avvalersi, ai fini della prima data utile di uscita, di un numero maggiore di contributi (rispetto ai 20 richiesti) se dovesse optare per la pensione di vecchiaia.