Il coronavirus costringe gli italiani a stare nelle loro case. La necessità di limitare la propagazione del virus ha indotto milioni di persone a rinunciare alla propria quotidianità lavorativa considerata, per alcuni, l'impossibilità a proseguire nella propria attività professionale attraverso il 'telelavoro'. Tra loro ci sono tanti autonomi per i quali, nel decreto 'Cura Italia', il Governo Conte ha voluto impiegare risorse destinate a lenire le difficoltà economiche dettate da un Paese praticamente in quarantena. Per loro c'è un'indennità di 600 euro.

Le intenzioni palesate da diverse fonti governative hanno fatto filtrare che, nel caso in cui perdurasse l'emergenza, potrebbero essere prorogate le misure assistenziali con nuovi decreti e non essere, dunque, circoscritte alla sola mensilità di marzo.

Proroga già prevista se servisse

L'ipotesi che il contributo potesse riguardare unicamente il mese di marzo aveva fatto andare su tutte le furie le categorie interessate dal potenziale sussidio. Il malcontento sarebbe stato di milioni di autonomi, consci del fatto che ci sia il rischio concreto che le misure draconiane anti-virus possano essere estese ad un periodo che potrebbe andare oltre l'attuale limite del 3 aprile. Successivamente è stata la stessa Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ad annunciare che questa prima misura contenuta nel decreto riguarderà unicamente il mese di marzo, ma che ci sia già la consapevolezza che potrebbero rendersi necessari altri provvedimenti a sostegno di famiglie e lavoratori qualora l'attuale immobilismo a cui sono costretti gli italiani dovesse proseguire in ragione di una prosecuzione dell'emergenza coronavirus.

Concetto che, come riporta 'La Stampa', è stato ribadito anche dal Ministro del Lavoro Roberto Gualtieri che ha sottolineato come lo Stato sia pronto a sostenere gli autonomi fino alla fine della "quarantena" generale.

Esclusi alcune categorie di professionisti

Il decreto 'Cura Italia' ha avuto proporzioni tali che in molti l'hanno paragonata ad una vera e propria finanziaria.

Sono, infatti, 25 miliardi di euro i soldi impiegati per aiutare il Paese in una fase che rischia di farsi particolarmente complicata sotto il profilo economico. L'indennità dedicata agli autonomi riguarderà una platea di 4,8 milioni di persone, ma non andrà a coinvolgere tutti i professionisti. Il riferimento va a tutti coloro i quali sono iscritti a casse previdenziali professionali: giornalisti, architetti e medici.

Toccherebbe eventualmente alle casse dedicate individuare un provvedimento che possa essere analogo a coloro i quali sono iscritti alla gestione separata Inps L'augurio che si fanno le casse dello Stato ed anche il Paese è che quanto prima misure assistenzialiste come quelle adottate possano lasciare spazio a professionisti che tornano ad incassare attraverso il proprio lavoro. Un fatto che sarebbe indicativo rispetto ad un'emergenza coronavirus ormai messa alle spalle.