Per i prossimi due mesi, i percettori del Reddito di cittadinanza avranno la ricarica della carta anche in mancanza degli obblighi di lavoro stabiliti cosiddetta "Fase due" del programma. La sospensione degli obblighi è stata inserita nell’ultimo decreto legge licenziato dal Governo, quello denominato "Cura Italia", che ha predisposto nuove misure per far fronte alla crisi economica determinata dall’emergenza coronavirus. I programmi legati alle politiche attive per il lavoro dovrebbero riprendere, salvo ulteriori proroghe legate all’evolversi della situazione sanitaria, a metà maggio.
Le ricariche di marzo e aprile del Reddito di cittadinanza senza obblighi
La limitazione negli spostamenti, imposta dai recenti Dl per contrastare la diffusione del coronavirus, ha avuto le sue inevitabili ripercussioni anche sugli obblighi cui devono adempiere i percettori del Reddito di cittadinanza. Stiamo parlando dei programmi di politica attiva per la ricollocazione nel mercato del lavoro cui devono obbligatoriamente partecipare tutti i beneficiari dei programmi di assistenza, pena la decadenza dal beneficio. Non solo il Reddito di cittadinanza, quindi, ma anche Naspi, Dis-coll e altre integrazioni salariali. Il decreto Cura Italia, infatti, ha disposto la sospensione per due mesi, marzo e aprile, del principio di ‘condizionalità’ che regola tali sussidi, come gli obblighi di immediata disponibilità al lavoro e a svolgere attività di servizio alla comunità.
Slitteranno, di conseguenza, di due mesi le convocazioni dei beneficiari presso i Centri per l’impiego (Cpi) affinché sottoscrivano il Patto di servizio individuale finalizzato alla ricerca di una occupazione. Nel corso della sospensione, comunque, l’Inps garantisce la continuità delle ricariche mensili.
Uno stop per le politiche attive del Reddito di cittadinanza
La sospensione degli obblighi per i beneficiari del Reddito di cittadinanza costituisce un ulteriore stop alle politiche attive legate al beneficio. Quella che era stata definita come la "Fase due" del programma, infatti, aveva dovuto superare diverse difficoltà di avvio legate soprattutto al reclutamento dei Navigator, gli addetti presso i Cpi, ad assistere i beneficiari nella ricerca di un lavoro.
Successivamente, il meccanismo che avrebbe dovuto favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro era stato frenato dai ritardi nella predisposizione dei Progetti utili alla collettività, i Puc, destinati al coinvolgimento dei beneficiari del Reddito di cittadinanza per almeno 8 ore di lavoro settimanali. Programma che ancora pochi Comuni hanno concretamente attivato.