Ieri sera, dopo oltre due ore di seduta, il Consiglio dei Ministri ha licenziato positivamente il decreto economico di aiuto alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori che in questi giorni sono alle prese con la pandemia da Coronavirus.

Un decreto molto atteso che ieri sera, in conferenza stampa, è stato argomentato nel dettaglio dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Molto attese le misure sul lavoro, vista l'emergenza economica, in aggiunta a quella sanitaria, che la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani sta vivendo.

Il decreto del Consiglio dei Ministri mette sul piatto 25 miliardi, molti dei quali sul capitolo lavoro. Il primo intervento è la cassa integrazione, senza accordi sindacali, che sarà automatica e a cura dell'azienda. In altri termini, i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività a causa degli effetti collegati all’epidemia potranno presentare la domanda di cassa integrazione ordinaria per i propri lavoratori. Una facoltà che prescinderà dalle dimensioni dell'azienda, perché anche un solo dipendente a libro paga può essere messo in cassa integrazione. Anche per le aziende che hanno già avviato processi di cassa integrazione sarà possibile fare ricorso a questo nuovo ammortizzatore sociale, che sostituirà il precedente per non più di 9 settimane.

La copertura economica prevista, solo per il capitolo cassa integrazione, è di 3,2 miliardi di euro. Solo i lavoratori domestici, quindi badanti, colf e baby sitter, sono esclusi da questo intervento.

Indennità di 600 euro a marzo per lavoratori autonomi e stagionali

Ai lavoratori autonomi, ai professionisti, al mondo delle partite Iva e ai co.co.co il decreto riserva una indennità di 600 euro una tantum, solo per il mese di marzo.

In pratica un benefit economico che li aiuti in questo periodo di chiusura e di mancato guadagno. Una indennità esentasse, cioè netta, che non farà reddito e non andrà dichiarata. Stessa indennità anche ai commercianti e agli artigiani. Benefit da 600 euro anche ai lavoratori stagionali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro.

Infine, indennizzo anche ai lavoratori agricoli a tempo determinato, ma solo a condizione che abbiano non meno di 50 giornate di lavoro effettuate.

Di 600 euro è anche il cosiddetto voucher baby sitter, anche questo provvedimento confermato dal decreto del governo. Una misura questa che ha l'obbiettivo di aiutare le famiglie i cui genitori continuano a lavorare e che hanno necessità di usufruire dei servizi della tata dal momento che le scuole e gli asili sono chiusi. Il bonus da 600 euro sale a 1.000 se i richiedenti sono infermieri, medici, operatori socio sanitari, tecnici in servizio negli ospedali o personale delle Forze dell'Ordine. Alternativa al voucher è il congedo parentale straordinario, richiedibile fino a 15 giorni che garantisce una indennità pari al 50% dello stipendio giornaliero.

I 15 giorni sono complessivi, cioè valgono per tutti e due i genitori e possono essere richiesti alternativamente tra loro, ma a condizione che nessuno dei due abbia altri strumenti di sostegno al reddito o che nessuno dei due risulti disoccupato. La misura si rivolge a famiglie che hanno figli fino a 12 anni di età.

Infine, un intervento anche per i lavoratori dipendenti che continuano a lavorare nelle loro naturali sedi di lavoro e non in smart working. Si tratta di 100 euro di bonus per il mese di marzo per tutti coloro i quali abbiano redditi lordi entro la soglia di 40.000 euro annuo.