Sabato 28 marzo è arrivata la notizia dell’estensione del bonus 600 euro anche agli iscritti alle Casse private, con 200 milioni recuperati dal Fondo ultima istanza. Lo ha disposto il decreto firmato dai Ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dell’Economia, Robero Gualtieri, che attua l’articolo 44, comma 2 del decreto 'Cura Italia'. Arriva quindi l'indennità anche per gli avvocati, i commercialisti, gli architetti, i consulenti del lavoro, i giornalisti, gli ingegneri e gli altri professionisti che da principio erano stati esclusi dai 600 euro riservati agli autonomi con partite Iva iscritti alla gestione separata INPS, a quelli iscritti all'Ago, ai co.co.co. Sono due le soglie reddituali per accedervi:

  • aver percepito, nell'anno di imposta 2018, un reddito lordo non oltre i 35 mila euro;
  • aver percepito un reddito compreso tra 35 mila e 50 mila euro e altresì aver cessato, ridotto o sospeso l'attività di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Bisogna poi essere in regola con i contributi obbligatori nell'anno 2019.

Allo studio c'è anche l'ipotesi di incrementare i soldi del bonus fino ad 800 euro per il mese di aprile.

Bonus ai professionisti: dal 1° aprile dovrà essere chiesto alla propria Cassa Previdenziale

Il bonus dovrà essere chiesto alla propria cassa previdenziale attraverso una canale telematico che sarà messo a disposizione degli iscritti. Il bonus di 600 euro potrebbe essere incassato, così come previsto per l'indennizzo spettante alle partite Iva, attraverso l'accredito sull'Iban del beneficiario. Tale indennità non concorre alla formazione del reddito. Chi ha avuto un reddito fino a 35mila euro deve solo fare domanda, senza allegare alcuna motivazione poiché per la situazione reddituale vale l’autocertificazione.

La domanda per l’indennità deve essere presentata dal 1° al 30 aprile. Le Casse private poi si riservano di controllare il possesso dei requisiti richiesti, erogando l’importo in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande. Questo significa che, chi prima farà la domanda, prima riceverà l'indennità che sarà erogata fino a esaurimento dei fondi.

Ma prima ancora tutti gli enti previdenziali hanno deciso di dare un sollievo agli iscritti sospendendo i versamenti dei contributi e le rateizzazioni pregresse (tranne la Cassa ragionieri), ognuna con un calendario diverso. L’Inps ha invece informato che, dal 1° aprile 2020, anche i professionisti possono presentare le domande per richiedere il bonus “baby sitter” in alternativa ai “Congedi Covid-19”.

La domanda può essere presentata chiedendo il Pin semplificato sul sito Inps. In questo caso però (circolare Inps n. 44/2020) si dovrà venire in possesso anche della seconda parte del Pin per registrarsi sulla piattaforma Libretto di Famiglia. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte ha assicurato, con il comunicato stampa del 28 marzo, che i tempi di erogazione saranno rapidi per tutti.

Disponibili 333mila 'assegni', sebbene gli aiuti presentino dei limiti per Bankitalia

Il decreto ministeriale destina 200 milioni del budget complessivo (di 300 milioni) anche a favore degli iscritti a Enasarco, che non potranno chiedere invece i 600 euro come iscritti alle gestioni dei lavoratori autonomi dell’Inps, garantendo a tutti 333.333 “assegni”.

Assegni che forse non basteranno perché i professionisti iscritti agli albi superano la quota di 1,4 milioni. Ne consegue che probabilmente alcuni resteranno esclusi, non solo perché non detengono i requisiti previsti dal decreto.

A finire sotto il paracadute del reddito di ultima istanza infatti ci sarebbero anche 850 mila colf e badanti, per i quali un nuovo decreto di aprile annunciato dal Ministero del Lavoro potrebbe prevedere un’estensione, oltre che un rifinanziamento necessario del Fondo di ultima istanza. La Banca d’Italia al Senato intanto ha sottolineato come "i limiti degli aiuti disegnati dal 'Cura Italia' siano evidenti". L'indennità per le partite Iva, così come per i professionisti iscritti alla cassa, è una tantum non proporzionale al reddito e indipendente da un eventuale calo dell’attività.

E poi – aggiunge la Banca d'Italia – bisogna chiarire se gli aiuti spettano anche agli autonomi che 'di fatto sono inattivi' già prima dell’emergenza. L’Inps finora ha chiarito solo in parte quest'aspetto, evidenziando come il presupposto principale per il sostegno al reddito sia il possesso di una partita Iva attiva al 23 febbraio. Ma non si possono escludere molte situazioni 'borderline', tra chi l’ha aperta poco dopo o chi stava per aprirla.