Parte in anticipo da oggi, giovedì 26 marzo 2020, il pagamento scaglionato delle Pensioni del mese di aprile presso le Poste italiane: chi non può evitare di ritirare la pensione in contanti, potrà recarsi agli sportelli degli uffici postali seguendo la turnazione alfabetica comunicata nei giorni scorsi. Oggi sono in pagamento le pensioni dei contribuenti che abbiano l'iniziale del proprio cognome dalla lettera A a B. Naturalmente, il pagamento anticipato delle pensioni avverrà anche per chi non riscuota l'assegno recandosi allo sportello, ma facendosi accreditare l'importo sulla propria carta Postamat, sulla Carta Libretto o sulla Postepay Evolution.

Intanto, sulla situazione del pagamento delle pensioni è intervenuto anche il Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, il quale ha avvisato che fino a maggio non ci saranno problemi di liquidità per le pensioni, lasciando però qualche dubbio per i mesi successivi nel caso in cui dovesse continuare l'emergenza sanitaria e il pagamento dei contributi dovesse continuare ad essere sospeso.

Pagamento pensioni da oggi 26 marzo 2020: cognomi dalla lettera A alla B

Intanto il pagamento delle pensioni scatta a partire da oggi, giovedì 26 marzo. Chiarito che verranno pagate nella giornata di giovedì solo le pensioni dei contribuenti con la lettera del cognome dalla A alla B, i giorni successivi verranno liquidate tutte le pensioni nel seguente ordine:

  • venerdì 27 marzo, cognomi dalla C alla D;
  • sabato 28 marzo, solo di mattina, cognomi dalla E alla K;
  • lunedì 30 marzo, dalla L alla O;
  • martedì 31 marzo dalla P alla R;
  • mercoledì 1° aprile dalla S alla Z.

Pensioni, pagamento uffici postali aperti giorni alterni o eccezionalmente dal 26 al 28 marzo

Particolare attenzione dovrà essere osservata per i pagamenti delle pensioni negli uffici postali aperti a giorni alterni dal 26 marzo al 1° aprile.

L'ordine dei pagamenti, in questo caso, sarà il seguente per gli uffici aperti di lunedì, di mercoledì e di venerdì:

  • venerdì 27 marzo, cognomi dalla A alla D;
  • lunedì 30 marzo, dalla E alla O;
  • mercoledì 1° aprile, dalla P alla Z.

Per gli uffici postali aperti solo di martedì, giovedì e sabato, il pagamento delle pensioni avverrà diversamente:

  • giovedì 26 marzo verranno pagate le pensioni dei contribuenti il cui cognome sia compreso dalla A alla D;
  • sabato 28 marzo (solo di mattina) cognomi dalla E alla O;
  • martedì 31 marzo dalla P alla Z.

Infine, per gli uffici postali che, eccezionalmente, saranno aperti da giovedì 26 a sabato 28 marzo, l'ordine è il seguente:

  • giovedì 26 marzo dalla A alla D;
  • venerdì 27 marzo dalla E alla O;
  • sabato 28 marzo (solo di mattina) dalla P alla Z.

Tridico, Inps: 'Pagamento pensioni senza problemi di liquidità fino a maggio 2020'

Nel frattempo il Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, è intervenuto sui possibili problemi di liquidità legati al pagamento delle pensioni nel caso probabile del perdurare dell'emergenza sanitaria.

L'ostacolo è rappresentato dalla sospensione del pagamento dei contributi da parte dei lavoratori. Più nel dettaglio: "L'Inps ha liquidità per pagare le pensioni fino a maggio - ha affermato Tridico - Ovvero abbiamo i soldi per pagare le pensioni fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi. Pertanto - ha aggiunto il Presidente dell'Inps - fino a maggio non ci saranno problemi di liquidità anche perché si potrebbe accedere al tesoretto del Fondo di Tesoreria dello Stato.

Per i mesi successivi, invece, immagino che interverrà un nuovo decreto che dovrà spiegare cosa succederà alla sospensione dei contributi".

Sospensione pagamento contributi dal decreto 'Cura Italia', problemi pagamento pensioni da giugno 2020

L'allarme di Pasquale Tridico è riferito alle misure sulle pensioni del decreto "Cura Italia" e, in particolare, alla norma che ha sospeso il versamento dei contributi per i prossimi tre mesi. Attualmente, su circa 270 miliardi di euro di spesa per le pensioni, lo Stato italiano ne sposta circa 100 all'Istituto previdenziale. Il limite della liquidità ad oggi, dunque, non è prevedibile anche in un meccanismo previdenziale, quale quello italiano, finanziato a ripartizione, consistente cioè nei contributi dei lavoratori attivi che vanno a finanziare le pensioni correnti.