Il decreto Cura Italia del 17 marzo scorso ha statuito per alcune specifiche categorie di lavoratori la possibilità di accedere ad un bonus da 600 euro calmierato alla situazione di profonda emergenza economica dettata dalla pandemia in atto. L'unica via per proporre l'istanza è passata e passa ancora dal sito dell'Inps, che nei primi giorni utili a inviare la richiesta è stato letteralmente preso d'assalto.

Con via al primo aprile, già dalla sera del 31 marzo il sito appariva di difficilissima accessibilità: completare l'istanza era quasi un miraggio e ad un certo punto un bug del sistema ha addirittura fatto scambiare i profili degli utenti fra loro.

Il problema si è verificato ad oltranza fino a quando il sito è divenuto del tutto irraggiungibile. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico ha cercato di fornire delle spiegazioni: "Abbiamo avuto nei giorni scorsi e anche stamattina dei violenti attacchi da parte di sciacalli, di hacker".

L'opinione del mondo dell'informatica a tutti i livelli è però ben differente. Uno dei più noti informatici forensi d'Italia, Paolo dal Checco, ha ad esempio affermato che non ci sono scusanti: "Il portale Amazon non va in tilt neppure a Natale o nei giorni del Black Friday".

A fargli eco il professore di trasformazione digitale dell'Università La Sapienza di Roma, Paolo Bellini: "Ciò che sta accadendo nel portale dell'Istituto è frutto dei mali tipici della pubblica amministrazione, conseguenza di gare al massimo ribasso".

Secondo Dal Checco gli attacchi hacker non c'entrano

Per gli esperti del settore informatico gli hackeraggi dunque non hanno nulla a che fare con i problemi del portale; si potrebbe trattare, bensì, di una disfunzione dell'Inps nel processo di "staticizzazione" scelto al fine di diminuire il sovraccarico sui server in previsione delle numerose domande per il bonus.

L'attacco hacker di cui ha parlato l'Inps è il Ddos che consiste nel tempestare di richieste un sito fino a metterlo ko e renderlo irraggiungibile. Si tratterebbe di una minaccia informatica tanto semplice quanto efficace da mettere in pratica. Ma per dal Checco non è così, perché questo tipo di attacco non ha nulla a che fare con la violazione della privacy cui si è assistito nel caso oggetto legato alla piattaforma Inps: "Ad ogni modo - ha argomentato ancora dal Checco - esistono anche degli appositi servizi di protezione dagli attacchi Ddos che assorbono migliaia di richieste al secondo".

L'Inps non ha di certo la migliore piattaforma web possibile nè un infrastruttura tale da reggere troppe richieste in contemporanea, ma avrebbe comunque potuto fare qualcosa, magari "inserendo un meccanismo di coda ordinata di accesso al sito o scaglionando gli accessi, come sta provando a fare adesso", ha sottolineato Vittorio Bergola, Research & Innovation Engineer presso Open-Xchange tra i massimi esperti e precursori di internet in Italia.

L'Inps rassicura: "L'obiettivo è pagare buona parte dell'indennità dal 15 aprile"

Nonostante le polemiche in essere, il presidente dell'Inps Tridico, intervenuto nella trasmissione 'Porta a Porta' la sera del primo aprile, ha chiarito che per ottenere l'indennità non ci sarà alcun ordine cronologico e che le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al primo aprile.

L'Inps conferma dunque che i 600 euro arriveranno a tutti, senza differenza di reddito e che non esiste nella sostanza un problema di sostenibilità finanziaria della norma. "Il bonus arriverà e sarà per tutti": più in là si potrebbe invece assistere ad un nuovo Dl finalizzato alla messa a disposizione di una cifra superiore, 7-800 euro, che però verrà questa volta erogata solo a determinate condizioni e previa dimostrazione da parte dell'utente di un reale calo di fatturato. Si è comunque ancora nel campo delle ipotesi e nulla più, è ancora troppo presto per fare analisi più precise sugli interventi allo studio dalle parti di Palazzo Chigi.