Il bonus 600 euro, previsto dal 'cura Italia', è finito al centro di un'inchiesta giornalistica di Piazza Pulita. La trasmissione di La 7 ha posto la propria lente d'ingrandimento sul fatto che l'indennità per il mese di marzo per partite Iva ed autonomi sia stata spesso richiesta da persone che forse non avrebbero avuto bisogno. A svelare le erogazioni dell'Inps su conti correnti particolarmente ricchi è stato un bancario che ha preferito rimanere anonimo. I cittadini che hanno scelto di richiederlo pur potendo contare su una situazione patrimoniale privilegiata non hanno commesso alcun tipo di illegalità, ma desta ugualmente riflessione che una misura per la quale si corre il rischio ipotetico di non avere coperture possa andare a vantaggio di chi non si vedrebbe gli equilibri economici spostati dal percepirla.

Bonus 600 €: i requisiti esulano dai depositi

A denunciare in maniera anonima alcuni bonifici effettuati dall'Inps in relazione all'indennità prevista dal cura Italia è stato un bancario. "Ho guardato, come faccio ordinariamente perché sono un gestore di banca, i conti correnti dei clienti" ha rivelato. Tra i movimenti che si è trovato a osservare ci sono stati proprio quelli che identificavano il bonus che, in alcuni casi, è finito dove già c'erano depositi cospicui. Proprio sui destinatari l'anonimo impiegato ha avuto modo di dire: "Un 30-40% hanno saldi di conto corrente molto importanti da 30-40-50-200-600.000 euro". Il funzionario ha quindi mostrato un estratto conto che attestava l'erogazione dei 600 euro dell'Inps ad un cliente della banca che poteva contare su un saldo di oltre 217.000 euro.

Tuttavia, c'è chi ha incassato i 600 euro arrivando a sommare un monte risparmio complessivo di 599.644 euro.

Tuttavia, la ricchezza sul conto corrente non è un parametro utile ad escludere le persone dal diritto dall'indennità di marzo, per la quale i requisiti sono essenzialmente :

  • reddito non superiore a 35.000 nel periodo d'imposta 2018
  • reddito 2018 tra i 35.000 ed i 50.000 con una riduzione del fatturato del 33% nel confronto tra 2020 e 2019 o avendo chiuso la posizione Iva tra il 23 febbraio ed il 31 marzo 2020

Linea sottile tra diritto e buonsenso

E' stato lo stesso bancario a mettere in evidenza come ogni soggetto avrebbe forse il dovere morale di valutare l'opportunità di richiedere qualcosa che gli spetta, ma che non gli è necessario in una fase così delicata per il Paese.

"Non si vuole - ha evidenziato - fare la caccia alle streghe, però questi sono casi molto frequenti di gente che questi soldi non li metterà neanche in circolo perché non gli servono".

Netto anche il riferimento al fatto che non ci sia nulla che va oltre la legge. "Non c'è - ha concluso il bancario - nulla di illegale. E' quello che spazio che sta in mezzo al diritto di averli e il dovere di non chiederli".