L'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) è stata la prima agenzia specializzata ad avere ingresso nell'Onu nel 1946 ma era già istituita nel 1919 all'interno della Società delle Nazioni. In occasione della Giornata Internazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro che ricorre il 28 aprile, l'appello diramato dalla sede centrale di Ginevra - attraverso le parole del direttore generale Guy Ryder - concentra la sua risonanza sulla centralità della crisi del lavoro prodotta dall'attuale emergenza sanitaria. "Per far fronte alla crisi che intacca la struttura dell'organizzazione del lavoro dovuta alla pandemia da Covid-19, è necessario un intervento congiunto e globalizzato in grado di proteggere i lavoratori e salvaguardare le imprese".

E' il messaggio di Ryder ai Paesi del G20 e che si rivolge, in particolare, ai ministri del welfare. Decisive potranno essere le misure da mettere in campo nelle fasi successive a quella iniziale della diffusione dell'epidemia se saranno indirizzate a contrastare il drastico ed ulteriore impoverimento delle aree già economicamente depresse.

"Occorre resistere alle crisi prolungate - sostengono i vertici dell'Oil - poiché, con il diffondersi del contagio nei paesi a basso e medio reddito, la convergenza fra le dimensioni dell'economia informale, non soggetta a rilevazione statistica, con la la latitanza dei meccanismi di protezione sociale potrà determinare effetti disastrosi per i lavoratori e per le economie".

Necessari incentivi economici e riconversioni industriali

Un solo esempio basta a fornire il quadro generale della situazione, se consideriamo l'impatto del Covid 19 sull'occupazione nel settore del turismo, un effetto che diviene, però, emblematico e che, in misure e forme diverse, accomuna molti diversi ambiti. I servizi di ristorazione e di ricezione alberghiera, infatti, sono stati riconosciuti dall'Oil come il subsettore economico "che versa in una condizione verosimilmente molto vicina al segno di un pericoloso tracollo a seguito della pandemia".

Il settore è ad alta densità di manodopera ed impiega milioni di lavoratori sottopagati, fasce deboli composte in maggioranza da donne.

In molti Paesi del mondo questa categoria di lavoratori deve affrontare drastiche e devastanti riduzioni dell'orario lavorativo, con pesanti riduzioni delle paghe ed il rischio del taglio occupazionale.

Il direttore generale Guy Ryder sottolinea per queste ragioni il bisogno urgente del lancio di piani di investimento e di sostegno alle imprese produttive, del rinnovamento della programmazione in chiave sostenibile ed ambientale e dello sviluppo di intese che, per garantire l'equità della ripresa, mettano in primo piano il dialogo con le parti sociali, il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e la ridefinizione di un efficace intervento pubblico.

Risposte e raccomandazioni per reagire all'emergenza

Nel sito italiano dell'Organizzazione è contenuta la sezione dell'Osservatorio sull'emergenza sanitaria e sono inserite note informative che enucleano le principali misure adottate dai governi.

Tali schede trattano temi come il telelavoro, l'utilizzo di ferie e congedi, la tutela della sicurezza e della Salute nei luoghi di lavoro. La crisi corre su scala mondiale e i dati indicano una china abbastanza allarmante: secondo gli scenari ipotizzati l'aumento della disoccupazione mondiale potrebbe delineare una forbice che va dai 5,3 ai 24,7 milioni di lavoratori.

Secondo l'Oil, pertanto, i pilastri delle nuove politiche del lavoro dovrebbero includere manovre fiscali e monetarie espansive, con aumento della spesa pubblica e riduzione delle imposte, prestiti e sostegno finanziario nei vari comparti, trattative condivise fra rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro.