L'emergenza sanitaria dettata dal Coronavirus starebbe causando problemi economici anche alla categoria dei notai, nonostante per legge i loro studi siano rimasti aperti in queste settimane di lockdown. Finora si contano 353 professionisti che hanno richiesto alla Cassa Nazionale del Notariato il bonus di 600 euro.

Il Sole 24 Ore, però, riporta che ci sono 1.012 pubblici ufficiali potenziali beneficiari del cosiddetto "reddito di ultima istanza". Di questi, 703 hanno percepito nel 2018 dei redditi fino a 35mila euro, mentre i restanti 309 non avrebbero superato il tetto dei 50mila euro.

Notai in affanno: studi aperti ma pochi atti registrati

In un'intervista rilasciata alla sezione bresciana del Corriere della Sera, Enrico Lera, presidente del Consiglio Notarile di Brescia, ha spiegato le difficoltà emerse in questo periodo nel continuare a tenere gli studi aperti: da un lato si è fatto ricorso allo smart-working, ma dall'altro c'è stata la necessità di avere almeno una persona presente fisicamente negli uffici, allo scopo di portare a termine le pratiche urgenti.

Inoltre i notai avrebbero palesato dei dubbi sulla necessità di differire i termini di molte operazioni inerenti, ad esempio, preliminari soggetti a scadenza e diverse aziende che, avendo riconvertito le rispettive produzioni per realizzare delle mascherine, avevano bisogno di un valido supporto.

Al momento si stima la perdita di una percentuale del 90% del volume degli atti che starebbe costringendo i pubblici ufficiali a lavorare prevalentemente in perdita a causa delle spese di gestione che non verrebbero bilanciate dalle entrate.

Nel dettaglio, ci sarebbero dei notai con più di 20 dipendenti, e altri più giovani che non avrebbero ancora ammortizzato le spese di apertura degli studi.

In entrambi i casi ci sarebbero delle difficoltà economiche.

Nonostante i notai siano tra i professionisti italiani con la più alta media reddituale (293.200 euro stando ai dati del 2017) non tutti riuscirebbero a contrastare l'attuale emergenza senza un valido supporto dallo Stato. Per questo motivo, su un totale di 5.148 professionisti, ad oggi 1.012 risulterebbero potenziali beneficiari del bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia.

Maggiori problemi per i giovani notai

Nel novero dei professionisti notarili in maggiore difficoltà rientrerebbero soprattutto i più giovani, ovvero coloro che avrebbero aperto da poco gli studi e che non sarebbero ancora rientrati degli investimenti. Basti pensare che negli ultimi quattro anni in Italia sono stati aperti 856 nuovi studi, di cui 406 solo nel 2019 e, di conseguenza, i relativi costi non sono stati ancora ammortati.

Come riporta Il Sole 24 Ore, bisogna tener conto anche delle zone in cui opera la categoria, poiché se nelle grandi città e presso gli agglomerati industriali le attività risultano ancora discretamente sostenibili, nelle realtà più piccole e meno benestanti, invece, dove di solito ci si rivolge agli studi notarili per piccole pratiche, la mole di lavoro si è quasi azzerata.

Infine, c'è da ricordare che questa categoria già da un po' di tempo viene segnalata in calo: per esempio a partire dal 2005 si sta assistendo ad una costante diminuzione delle pratiche (il 35% in meno) con un reddito medio che è passato dai 436.000 euro di 15 anni fa ai succitati 293.200 attuali.