Regolarizzazione migranti. Si è conclusa la trattativa fra le varie componenti della maggioranza per quanto riguarda il progetto del Ministro Bellanova sulla cosiddetta sanatoria dei lavoratori agricoli. Ad essa hanno partecipato i ministri competenti: la proponente Ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova (Iv), la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, il Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano (Pd) e, in qualità di mediatrice, l'indipendente Luciana Lamorgese responsabile del Viminale. Quest'ultima, nei giorni scorsi, si era già dichiarata favorevole a una forma di sanatoria delle situazioni di lavoro irregolare essendo difficile la gestione, sotto il profilo dell'ordine pubblico, con l'epidemia in corso.

La trattativa si è tenuta in videoconferenza e si è svolta in tre tappe. E' iniziata la mattina del 6 maggio, per proseguire nel pomeriggio. Infine ieri, in serata, si è raggiunta un'intesa su una bozza "tecnica". Al suo completamento mancherebbero solo pochi dettagli che saranno definiti in una riunione Politica dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi la vicenda sembrava mettere in pericolo l'esistenza stessa del governo. Il Ministro Bellanova, infatti, aveva minacciato le dimissioni. Il suo progetto era osteggiato dal M5s, mentre Iv, Leu e il Pd lo spalleggiavano.

La parte relativa ai lavoratori stagionali oggetto di regolarizzazione

Dietro le quinte, Vito Crimi, il capo politico ad interim del M5s, aveva dichiarato che non avrebbe mai accettato una riedizione della sanatoria Maroni del 2005.

Poi ha smussato i termini dicendo che si sarebbe lavorato per favorire "l'emersione del lavoro nero", senza utilizzare la parola "migranti". Di conseguenza, la Ministra M5s ha richiesto ed ottenuto di allargare la platea dei beneficiari non solo ai lavoratori dell'agricoltura, allevamento e pesca – come da proposta Bellanova – ma anche a colf e badanti.

Dopo le tre fasi della discussione è stata prodotta una bozza, con l'aiuto degli uffici legislativi di Palazzo Chigi, che contiene due forme di regolarizzazione.

La prima riguarda i lavoratori stranieri stagionali o che hanno perso il lavoro, con permesso di soggiorno scaduto in data successiva al 31 ottobre. Se ancora presenti (non regolarizzati, ndr) alla data dell'8 marzo 2020, potrà essere rilasciato loro un nuovo permesso di soggiorno di durata per il momento non indicata.

È questo il termine che dovrà essere fissato dal Presidente Conte. Bellanova aveva proposto sei mesi; il M5s non riteneva che si dovessero superare i due mesi. Probabilmente si arriverà a quattro. Vediamo perché.

Regolarizzazione anche per chi potrà beneficiare di un contratto di lavoro

La seconda forma di regolarizzazione è apparentemente riservata sempre ai lavoratori stranieri stagionali ma apre alla possibilità da parte del datore di lavoro di applicar loro un contratto di lavoro anche a tempo indeterminato. Unica clausola, il versamento di un contributo allo Stato orientativamente indicato in 400 euro. In tal caso il permesso temporaneo scaduto potrà essere rinnovato per una durata minima di mesi quattro pari alla durata del contratto di lavoro.

Ecco perché il Presidente Conte non potrà che fissare in quattro mesi la durata del permesso per i lavoratori stagionali da regolarizzare nella precedente forma di sanatoria. Diversamente rimarrà un incomprensibile "buco" temporale tra la prima e la seconda procedura.

E' esattamente, nella sostanza, la procedura della sanatoria Maroni, limitata al bracciantato agricolo o alle colf. La bozza, infatti, parla di "favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari". Non è quindi esatto quanto asserito in un blog di ieri sera del M5S che sia limitata ai lavoratori stagionali. Si calcola, infatti che i potenziali beneficiari della presente "sanatoria" siano tra le 300 e le 400mila persone. Una buona fetta dei famosi 600mila migranti irregolari che dovevano essere ritrasferiti nei paesi d'origine.

Una riunione 'politica' per gli ultimi dettagli sulla regolarizzazione

La riunione "tecnica" si è quindi conclusa rinviando al Presidente Conte ogni decisione "politica". In sostanza, oltre a riempire la casella relativa alla tempistica del caso citato, resta al Premier la decisione se inserire i contenuti dell'accordo nel cosiddetto “decreto maggio”. Cioè se adottarli nel fine settimana o farli slittare ancora.

Giuseppe Conte ha già fissato una riunione "politica" per evitare altre sorprese da parte dei partiti che lo sorreggono. Ad essa parteciperanno i capi delegazione dei partiti di maggioranza. Nel frattempo incassa un sostanziale appoggio della Cgil, la quale ha già fatto sapere che gli eventuali tre mesi di proroga del permesso di soggiorno siano pochi.

Nel frattempo, Matteo Salvini da una parte afferma che il provvedimento sia uno "schiaffo agli italiani e agli stranieri onesti". Dall'altra apre a una forma di proroga per coloro che hanno un contratto scaduto. Cioè esattamente quanto contenuto nella prima parte della bozza Bellanova.