La Cassa Integrazione in deroga è in forte ritardo in molte regioni italiane, a causa della burocrazia che va a rilento: i flussi di liquidità garantiti dal Governo ai lavoratori in tempi di Coronavirus si sono 'inceppati' nelle comunicazioni tra l'Inps e le Regioni. Quelle più colpite da questa problematica al momento sono Lombardia e Sicilia, mentre quelle più 'virtuose' in tal senso sono Veneto e Lazio. A Lampedusa la situazione è delle peggiori: l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non riconosce il Cap dell'isola. "Per questo motivo, qui molte pratiche sono state respinte - spiega Vincenzo Silvestri, Consigliere dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro - La cosa che mi spaventa di più è che nel prossimo decreto economico si pensa di replicare la stessa procedura".

Regioni a due velocità

Questo è uno dei pochi casi in cui la distinzione in atto non è tra Nord e Sud, bensì trasversale. Il Segretario Nazionale di Cisl veneto, Gianfranco Refosco afferma: "Noi abbiamo assistito ad un esemplare gioco di squadra: il Veneto è stato davvero efficiente nella gestione della piattaforma informatica".

La velocità di erogazione delle Regioni Lazio e Campania, invece, secondo il Segretario generale Uil campano Giovanni Sgambati, è dovuta all'aiuto dell'Agenzia Nazionale Politiche Attive sul Lavoro (Anpal).

Al contrario, si lamenta il Segretario generale Fiom Cgil Brianza Pietro Occhiuto, il quale asserisce: "Da noi ci sono dei forti ritardi, con una grande responsabilità nelle procedure intraprese dalla Regione lombarda".

Vicepresidente di Confcommercio: 'Il nemico è la burocrazia'

Donatella Prampolini spiega che la problematica dei ritardi nell'erogazione di liquidità non è imputabile soltanto alle banche: "Anche la Pubblica Amministrazione si ritrova in una condizione di difficoltà nel gestire tutte le pratiche".

Vincenzo Silvestri, invece rassicura per quanto concerne la Cassa Ordinaria: "Penso che l'Inps abbia esaurito tutte le richieste".

Mentre per quella in deroga ammette: "Devo dire che interpellare le Regioni sta creando non pochi disguidi. Noi avevamo già spiegato inizialmente che questo avrebbe rallentato il tutto e adesso molti lavoratori si ritrovano senza stipendio dal 23 febbraio, rischiando di ricevere l'assegno non prima del 15 maggio".

Anche i prestiti alle imprese vanno a rilento

I sindacati dei bancari illustrano una situazione 'sconfortante': su 82 mila domande di finanziamento delle piccole imprese ne sono state completate meno del 33%. "Molti Istituti bancari hanno attuato task force importanti, altre invece procedono lentamente - afferma il Segretario dei bancari Uilca Massimo Masi - Per i finanziamenti che superano i 25 mila euro i tempi sono più lunghi e per quelli di 25 mila euro i funzionari agiscono con prudenza: anche se lo Stato fa da garante, chi appone la firma ha comunque delle responsabilità".