Torna in questi giorni d’attualità nell’agenda del governo il tema della riforma delle Pensioni in vista dell’esame della nuova legge di Bilancio. Da parte dell’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte ci sarebbe adesso un’apertura verso la tanto attesa Quota 41 per tutti, una formula fortemente auspicata ormai da anni in particolare dai lavoratori precoci che pur avendo superato i 40 anni di anzianità contributiva non riescono ad accedere al trattamento previdenziale per via dell’età e dei requisiti attualmente richiesti dalla legge Fornero.

Pensioni, stop Quota 100 nel 2021, al vaglio Quota 41

Secondo quanto trapela, la sperimentazione delle pensioni anticipate con Quota 100 (62 anni di età più 38 di contributi) – una delle misure simbolo, insieme al reddito di cittadinanza, del precedente governo gialloverde - dovrebbe concludersi nel 2021 così come previsto dalla legge di Bilancio che l’ha istituita. Al vaglio del governo adesso ci sarebbe – il condizionale è d’obbligo - la cosiddetta Quota 41 per tutti, ovvero la possibilità di accedere al trattamento previdenziale con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica; proposta fortemente sostenuta dalle organizzazioni sindacali e da tempo caldeggiata dal leader della Lega Matteo Salvini.

Tra le ipotesi allo studio dell’esecutivo ci sarebbe anche una sorta di quota 102, una nuova formula che consentirebbe l’accesso al trattamento pensionistico a 64 anni con 38 anni di anzianità contributiva.

Pensioni, ministero del Lavoro: circolano ipotesi di riforma prive di fondamento

Ma non tutti nel governo la pensano allo stesso modo sulla riforma delle pensioni.

Precisazioni e chiarimenti arrivano infatti dal ministero del Lavoro. Sarebbero “prive di fondamento” le ipotesi di revisione del sistema previdenziale che circolano in questi giorni su diversi organi di informazione. Lo hanno fatto sapere, secondo quanto si apprende da diverse agenzie di stampa, fonti del ministero del Lavoro guidato da Nunzia Catalfo.

Viene sottolineato dal ministero del Lavoro che Catalfo, in diverse occasioni, ha già indicato in maniera chiara la strada che ha intenzione di percorrere con l’obiettivo di superare la tanto contestata riforma Fornero, varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto da una maggioranza parlamentare di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia.

In particolare, l’iter di revisione del sistema previdenziale che torna d’attualità nell’agenda del governo in vista dell’esame della nuova legge di Bilancio prevede il confronto con le organizzazioni sindacali e il parere di tre apposite commissioni formate da esperti. Solo alla fine del confronto con le parti sociali e con le tre commissioni si potranno delineare, viene spiegato dal ministero del Lavoro, “i contorni dell'intervento” che il Governo Conte metterà in campo per rivisitare il sistema previdenziale.