Sull'esame orale di avvocato non si ferma la valanga di polemiche. L'audio del commissario d'esame leccese che ha lasciato per errore il microfono acceso mentre esaminava un candidato bresciano, dicendo "quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi" ha scatenato infatti un putiferio. Specialmente perché sembra che a sentire tutto siano stati anche una quarantina dei candidati bresciani collegati in quel momento sulla piattaforma Teams, esaminati proprio dai commissari di Lecce. È scattata innanzitutto la denuncia del Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli, che ha tacciato come "inqualificabile quell'episodio", evidenziando altresì la gravissima assenza di uguaglianza e di meritocrazia tra i candidati.
La svista del commissario leccese non è passata inosservata neanche agli uffici di via Arenula. Ecco perché su tali giudizi poco obiettivi e sul commissario poco professionale è intervenuto subito il Ministero della Giustizia, che sta conducendo altre verifiche per indagare sulla regolarità della prova.
Esami avvocato, audio incriminato: scattano controlli e verifiche in via Arenula
Il presidente della Corte d'appello di Brescia, previo confronto con il presidente dell'Ordine degli avvocati bresciani e con il presidente della Corte d'appello di Lecce ha annunciato l'intenzione di voler chiedere se intanto sia possibile ripetere l'esame.
Il caso di Lecce è solo uno dei tanti che non fanno bene all'immagine della professione e che dimostrano come la percentuale di bocciati spesso prescinde da un effettivo accertamento della preparazione giuridica degli aspiranti avvocati.
Tali fatti, secondo il Coordinamento dei giovani giuristi italiani, mostrano che, nonostante molti candidati stiano studiando con modalità di esame inedite in tempi strettissimi, non tutti possono abilitarsi alla professione forense. L'esame, anche nella sua versione di "orale rafforzato", è spesso lontano anni luce da quello che sarà la realtà di un professionista chiamato a svolgere un ruolo socialmente fondamentale. Diventa quindi necessario un restyling profondo dell'abilitazione forense.
Varie interrogazioni parlamentari in corso: intollerabile subire tale ingiustizia
Al momento risultano depositate varie interrogazioni parlamentari al Ministro della Giustizia Marta Cartabia, al fine di effettuare i doverosi accertamenti del probabile fraintendimento e della totale trasparenza. Sulla vicenda sta indagando anche la Consulta dell'Aiga che confida che la giustizia faccia opportuna luce sulla questione. Reale è infatti il rischio di rimanere ancora più sfiduciati nei confronti di un sistema che continua a confermare tutte le proprie debolezze.