Citando fonti del consiglio di sorveglianza aziendale, il quotidiano tedesco Tagesspiegel scrive che l'amministratore delegato Martin Winterkorn sarà il primo a pagare per lo scandalo che sta investendo la Volkswagen. Molto probabilmente il suo posto verrà preso dall'attuale capo del brand Porsche, Matthias Mueller. Questo provvedimento dovrebbe essere ufficialmente preso nel board di venerdì 25.
Per il momento Volkswagen smentisce tutto, ma le voci si rincorrono.
Dal trionfo di aprile alla probabile cacciata
A soli pochi mesi dal vittorioso duello contro il padre-padrone di Vw Ferdinand Piëch (nipote del fondatore di Volkswagen Ferdinand Porsche e maggiore azionista del Gruppo), finirà nel modo più imprevisto e negativo il tempo di Winterkorn. Ad aprile, la maggioranza dei dirigenti si era schierata quasi plebiscitariamente contro Piëch e a favore di Winterkorn, duramente criticato dall'anziano azionista, detentore del pacchetto di controllo del Gruppo. Nessuno voleva il ritorno di Piëch perchè egli imponeva le proprie scelte quasi senza consultare alcun collaboratore.
Questo modo di operare aveva portato ad alcune fallimentari operazioni: basti ricordare il totale flop del modello Phaeton, con perdite di montagne di soldi.
11 milioni di motori manipolati
L'azienda intanto ha comunicato che sono ben 11 milioni i motori TDI manipolati per superare i controlli antismog: non solo Vw, ma anche Audi. Per fare fronte alle inevitabili sanzioni, solo per questo trimestre, il costruttore ha accantonato 6,5 miliardi di euro. Tali notizie hanno depresso il titolo Volkswagen, che ha bruciato in due giorni 24 miliardi di euro di capitalizzazione. Le azioni hanno già perso un terzo del loro valore da venerdì scorso. I governi francese, italiano, australiano e sudcoreano hanno disposto severi controlli, non solo sui motori Volkswagen, ma anche su quelli dei costruttori nazionali, poiché si sta rinforzando il dubbio che la pratica di 'pulire' le emissioni dei motori semplicemente programmando le centraline affinché eludano i controlli, sia una pratica più diffusa del previsto. Da parte sua, Angela Merkel prende tempo (sembra che il governo tedesco fosse a conoscenza del software 'pirata') e dichiara che prima occorre fare la più completa chiarezza.