Nella giornata di domenica 31 luglio si è tenuto l'ultimo spettacolo della V edizione della rassegna Teatro alla Deriva - teatro in zattera. "Musa. Storia di un'ispirazione" è il titolo dell'opera interpretata nella suggestiva location delle Terme-Stufe di Nerone a Bacoli. Lo spettacolo è stato organizzato grazie alla giovane compagnia teatrale Teatro Te.Co.-teatro di contrabbando che ha presentato una particolarità unica nel suo genere: la rappresentazione si è tenuta, per tutto il tempo, su una zattera galleggiante in acqua, realizzata per l'occasione e posta al centro dello storico lago termale.

Le scenografie e i costumi sono stati curati da Federica Rubino, mentre della fotografia si è occupato Valerio Bruner.

I dubbi e le tentazioni di Diderot

L'opera ruota intorno alla figura di diderot (Alessandro Palladino), filosofo, enciclopedista e scrittore d'arte del Settecento, il quale è impegnato nello scrivere un articolo sul concetto di morale. Tuttavia, mentre si trova all'interno del suo appartamento, l'intellettuale riceve "tre visite" che lo tormentano non poco nel suo tentativo di concentrazione. Dapprima appare una pittrice italiana (Chiara Vitiello), la quale è la personificazione dell'Arte che cerca in tutti i modi di sedurre il filosofo, spingendolo a farsi ritrarre "come mamma l'ha fatto".

Quando sembra ormai sul punto di cedere, Diderot riceve anche la visita di Antoniette (Francesca Romana Bergamo), la moglie, metafora della Ragione. La donna, a conoscenza dei diversi tradimenti perpetrati dal marito, comincia a snocciolare una serie di dubbi che non fanno altro che aumentare la confusione nella mente dello scrittore.

La gelosia di Antoniette si trasforma in ossessione quando scopre che l'articolo che l'uomo si appresta a scrivere riguarda la morale: come può occuparsene un uomo come lui?

La vicenda diventa ancora più intricata quando appare in scena lei, la Tentazione (Simona Pipolo). Nei panni di una giovane nobile, figlia del proprietario di casa del filosofo francese e follemente innamorata di lui, la ragazza cerca in tutti i modi di convincere il protagonista ad avere dei figli con lei.

L'intellettuale ormai, è in preda alla confusione: intorno a lui ci sono tre donne che rappresentano tre amori e tre fonti d'ispirazione diverse e che, allo stesso tempo, raffigurano delle verità apparentemente inconciliabili: Ragione, Arte e Tentazione. Lo scrittore si chiede chi e cosa siano realmente e, completamente in preda ai dubbi, si risponde che non sono altro che le sue insicurezze e pensieri.

Recensione dell'opera

Nonostante affronti una serie di tematiche impegnative, lo spettacolo si distingue per energia, dinamismo e rapidità, garantiti anche da una regia precisa e da un'interpretazione sobria, ma allo stesso tempo efficace e istrionica. Alessandro Palladino veste i panni di un Diderot scanzonato e al contempo problematico, tormentato da diversi dubbi e alla ricerca di tranquillizzanti certezze.

Chiara Vitiello, nel ruolo dell'Arte, si presenta come "amante ideale" alla quale ogni artista vorrebbe abbandonarsi. La moglie, interpretata da Francesca Romana Bergamo, è una donna ossessiva e supponente, che raffigura una Ragione ormai avvolta dalla nebbia che, se da un lato pratica una certa severità, dall'altro non disdegna una buona dose di incoscienza. Infine c'è lei, la Tentazione di Simona Pipolo: l'attrazione del momento, l'attimo da cogliere che inevitabilmente affascina e attrae il filosofo francese. Dentro di sé, però, come ogni tentazione che si rispetti, nasconde una serie di insidie e di diaboliche conseguenze.