Cos'è la vista? In prima battuta si potrebbe ridere per questadomanda ovvia, ma se provassimo a porre questo, semplicissimo, interrogativo auna persona non vedente o ipovedente, le risposte potrebbero sorprenderci.

In Italia sono più di 350.000 le persone non vedenti, eoltre 1.5000.000 quelle ipovedenti. Le patologie che conducono a questagravissima disabilità, sono molteplici e spesso non curabili.

Oggi però non voglio argomentare sulle malattie che,purtroppo, conducono a queste terribili infermità, preferisco parlare dellepersone, delle donne e degli uomini, colpiti da questo terribile problema, cheimparano, con sacrifici immensi, a conviverci, rendendo la loro vita degna diessere vissuta; le stesse persone che, in Italia, hanno moltissime difficoltà, legatealle barriere architettoniche presenti nelle nostre città.

Il nostro bel paese, può risultare invivibile, quindi, perun non vedente e, nonostante le leggi in materia di abbattimento delle barriere architettoniche,si è fatto poco o nulla, per eliminarle. Molte le associazioni che si battonostrenuamente perché siano applicate queste leggi ma pare che, per i burocrati,il problema sia solo di chi lo ha.

Nel 1989, furono introdotti tre fondamentali requisiti cheogni edificio, pubblico o privato esso sia, dovrebbe avere. Il primo, quello piùimportante, è quello dell'accessibilità, purtroppo, quasi mai rispettato; nonsi tiene conto, soprattutto in fase di progettazione, che i costi, rispettoalle costruzioni con barriere, sono in sostanza gli stessi, e rispettandoquesto requisito, si darebbe la possibilità a chi ha dei problemi, di accederecon facilità, alla stessa stregua di una persona senza handicap, ad un edificioo un locale pubblico.

Altre due importanti condizioni, spesso poco considerate, sonoquelle dell'adattabilità e della visitabilità. Si ha l'impressione che non sivoglia scendere a compromessi; l'originale architettura, per esempio, di unpalazzo antico e quindi, la bellezza di un portico, o di una vecchia scalinata,passa davanti all'impossibilità, per una persona disabile, di accedervi.Fortunatamente sono stati, soprattutto negli ultimi anni, presi inconsiderazione gli ausili, come i montascale, ma le barriere architettoniche,sono ancora troppe e la sensibilizzazione, in tema, è ancora moltosuperficiale.

Si è parlato, dell'importanza di rendere, ad un non vedente, la capacità di essere autonomo, siadentro sia fuori casa; ma di pari passo, si dovrebbe favorire quest'autonomia, rimuovendogli ostacoli fisici che impediscono oggettivamente l'autosufficienza. Dovremmoapprofondire, però, anche il problema delle barriere culturali, delle qualiquesto nostro paese è tristemente colmo.

Per fare solo un paio di esempi,pensiamo a chi parcheggia l'automobile sui marciapiedi, oppure ai padroni deicani, che fanno sporcare, dalle loro bestiole, le strade e non puliscono; queglistessi padroni, che magari si indignano, quando sentono parlare deimaltrattamenti sugli animali.

Pare che le persone affette da problemi ad uno dei sensi,sviluppino in maniera straordinaria gli altri; ho l'impressione, che oltre all'estensionedegli altri sensi, incrementino notevolmente anche la loro pazienza, per poter "sopravvivere"in un paese tanto bello, quanto, troppo spesso, insensibile.