Ma quale sviluppo si può prospettare in Italia, e peggio nelle sue Regioni meridionali, se non riusciamo a spendere le risorse assegnate al nostro Paese dalla Comunità Europea? È notizia degli ultimi giorni che la Regione Campania, dopo aver fortemente criticato la gestione precedente, che aveva utilizzato la stessa metodologia, si è rivolta alla strutturazione di un Parco Progetti a disposizione delle pubbliche amministrazioni per accelerare la spesa dei summenzionati fondi, che si rischiano concretamente di perdere.
Molto male per noi, molto bene per quegli altri Paesi come l'Irlanda che vedranno finanziata qualche altra infrastruttura con i nostri soldi.
Si perché se nessuno lo sa, tali fondi derivano da pagamenti nazionali che il nostro Paese fa per concorrere allo sviluppo dell'Europa. Ma tornando al Parco Progetti, l'affermazione di similitudine con la vecchia gestione regionale non voleva lodare la precedente, ma semmai criticare tutte e due perché non è possibile arrivare sempre col fiato sul collo dei burocrati europei che devono far rispettare i tempi della effettuazionedella spesa. Pena l'esclusione dei benefici del nostro Paese per le azioni previste dalla Comunità Europea.
Burocrati che forse non aspettano altro per i malpensanti come me per finanziare come dicevamo altre infrastrutture in altri Paesi. Che vergogna! In una Regione dove il tasso di disoccupazione generale è vicino al 16%, noi ci permettiamo di fare i burocrati a nostra volta e non ci attiviamo per utilizzare tutte le risorse finanziarie a nostra disposizione.
Ma tant'è. Da meridionale quale sono, da italiano, penso che la misura sia colma e spero almeno ogni 15 giorni di portare a conoscenza della rete, di mie e ad altre esperienze professionali tese a debellare il ''cancro'' che è la genesi di questa incapacità: la Burocrazia.
Per questa ''malattia'', la Regione rischia di perdere il 50% delle risorse assegnate e soprattutto rischia di affossare altre migliaia di imprese che attendevano tale immissione di risorse relativamente ai rispettivi settori.
Per questa ''malattia'' nulla è stato fatto e nulla si vuole e/o si può fare, perché le competenze non ci sono oppure peggio perché non ci sono le dovute sensibilità.
Eppure il mondo Associativo imprenditoriale, in genere, aveva dato una chiave di lettura interessante e cioè basta con i Fondi perduti e cioè soldi sull'investimento da realizzare gratis in percentuale max del 50%, e avanti con i tassi agevolati, e cioè dare finanziamenti con tassi bassi agli imprenditori che hanno buoni progetti da realizzare che devono però restituire gli stessi.
In tal modo l'aiuto, si amplia sulla ricchezza prodotta, perché deve finanziare il tasso di interesse di un capitale che rimane a carico del fruitore dell'investimento e non il capitale stesso.
Detto fatto, macché. L'introduzione del finanziamento delle Concessioni di opera pubblica gestibili a tariffa e non, viene introdotta ed operativa da quest'anno con un unico particolare da sottolineare e cioè che i 100 milioni messi a disposizione dalla Regione devono essere spesi, e ripetiamo spesi, e quindi investimenti conclusi nel 2015 e cioè dopodomani imprenditorialmente parlando.