L'Europa continua ad avere nei riguardi del nostro Paese un atteggiamento continuo e reiterato di sfida e critica. Pare che abbiano dubbi sui conti del nostro bilancio statale (parlano di una mancanza di 9,3 miliardi di euro nei conti di bilancio) e fanno riferimento ai famosi soldi che il governo Renzi ha voluto dare alle famiglie con redditi bassi senza, dicono loro, coperture.

Basta i conti ce li facciamo noi. Non abbiamo bisogno di ragionieri teutonici, francesi o spagnoli. La verità è che gli attuali reggenti europei essendo alla fine dei loro mandati, sia ringraziato il cielo, vogliono, con un loro ultimo colpo di coda, difendere le loro maledette disastrose politiche di austerità che hanno portato al tracollo dell'economia europea.

Vogliono attaccare l'Italia in quanto è in prima fila per cambiare le modalità di conduzione dell'Unione Europea.

Presto le cose dovranno cambiare e non ci sarà più posto per gente assoldata agli interessi dei grandi gruppi finanziari come lo sono stati negli ultimi anni il governo tedesco della Merkel (la quale sta facendo i suoi interessi che guarda caso sono contrari agli interessi degli altri stati membri), così via tutti quei personaggi che hanno infestato l'Europa quali Barroso, Olli Rehn, Juncker, persino Schultz, Christine Lagarde, e potremmo continuare ad oltranza.

L'Europa non può sostituirsi al nostro governo; non possiamo accettare alcun insegnamento da chi ha cercato, attraverso una unione monetaria artificiosa in quanto non sorretta da una vera banca centrale, di combatterci sul piano economico.

Il riferimento a Germania e Francia è assolutamente voluto. Non possiamo condividere interessi e scelte strategiche con chi ci combatte, con chi pretenderebbe di influenzare le nostre scelte decisionali interne. Pretendiamo la nostra indipendenza decisionale

Ma la cosa grave, inaccettabile, è la demagogia di certa stampa italiana, contraria a Renzi, che anziché insorgere contro i nostri detrattori europei, pur di cercare di indebolire il governo, li sostiene.

Belpietro non fa giornalismo fa politica allora si candidi, si esponga. Come lui pure l'altro fenomeno Sallusti del quotidiano Il Giornale.

Sono anni molto delicati e difficili, le scelte da porre in campo sono determinanti per il futuro delle giovani generazioni del nostro Paese, non possiamo accettare il qualunquismo di certa stampa, né la scorrettezza di certi Paesi (Germania in particolare) né la perdita della nostra sovranità. Occorre che ci sia un risveglio delle coscienze di tutti per poter guardare al futuro, con meno ansia e preoccupazione.